Qui e’ nato Toto’. Qui si trovano straordinarie ricchezze culturali come la cripta di San Gaudioso nella Basilica di Santa Maria, restaurata con un finanziamento del ministero dei Beni Culturali e da poco restituita alla sua bellezza originaria. E poi, tanti esempi di associazionismo, volontari che si impegnano nel quotidiano per cercare di dare un’altra immagine. Il Rione Sanita’, secondo quanto evidenziato dai carabinieri e’ pero’ pervaso da un clima di omerta’. Nonostante le ripetute operazioni delle forze dell’ordine, hanno infatti creato un clima di terrore le ripetute stese, cioe’ le sparatorie all’impazzata di gruppi armati a bordo di motorini per affermare il proprio potere sul territorio. Al Rione Sanita’ i riflettori si sono accesi in particolare dopo la morte, la notte del 6 settembre del 2015, proprio durante una ‘stesa’ di camorra di un giovane Genny Cesarano, estraneo ai clan e finito per errore nel mirino delle gang. L’ultima relazione della Dia evidenzia un clima di instabilita’ criminale nel quartiere “dove si susseguono episodi violenti e rappresaglie armate, sintomo della presenza di gruppi criminali frastagliati e parcellizzati, in continua evoluzione, che si contendono la gestione delle piazze di spaccio”. Inizialmente, la contrapposizione ha riguardato il clan Vastarella – alleato al gruppo Sequino (cui appartengono i quattro fermati di oggi) e sostenuto dalla famiglia Lo Russo di Miano – ed il sodalizio Genidoni-Spina-Esposito. Nel corso del 2015 sono stati uccisi in diversi momenti il capo del gruppo Esposito ed il figlio. Il mandante del primo omicidio e’ stato identificato nel capo della famiglia Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia. La tensione si e’ riaccesa con il duplice omicidio ed il contestuale ferimento ai danni di appartenenti agli Esposito ed ai Sequino. All’agguato avrebbero fornito appoggio logistico affiliati al clan Vastarella. A questo delitto ne sono seguiti altri, di cui sono stati vittime persone vicine alle famiglie Vastarella e Sequino. Le dinamiche degli attentati, consumati a breve distanza di tempo l’uno dall’altro – secondo la Dia – lasciano ipotizzare una rottura dell’accordo tra queste ultime due famiglie. In questo scenario mutevole non va trascurata la presenza del gruppo Savarese, famiglia storicamente affiliata al clan Misso e legata ai Sequino-Esposito-Genidoni. Secondo la Dia “la robustezza criminale del gruppo Savarese potrebbe, nell’eventualita’ in cui decidesse di schierarsi, incidere ulteriormente sulle dinamiche della Sanita’”. Per quanto riguarda il clan Misso e’ stato anche eseguito a San Marino il sequestro di due rapporti finanziari per un valore di oltre centomila euro, riconducibili a due esponenti di vertice del clan, ritenuti cassieri ed uomini di fiducia del capo, nonche’ addetti al reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti dal sodalizio. Un provvedimento che segue il sequestro precedente di aziende, quote societarie e disponibilita’ finanziarie per oltre 10 milioni di euro.
CRONACA
14 agosto 2017
Camorra: relazione della Dia, rappresaglie alla Sanita’ per lo spaccio