Era arrivato al Napoli dal Torino dopo il primo scudetto. I partenopei hanno bisogno di qualche valido puntello per una squadra che, dopo il tricolore, si deve mantenere ai vertici nazionali e tentare la scalata alle gerarchie europee. Ottavio Bianchi, che predilige la difesa a quattro, cerca un marcatore affidabile. Corradini che ha iniziato da terzino ma che con i granata è già stato centrale, deve essere un’alternativa al ruolo che fu di Moreno Ferrario. Bianchi chiede duttilità. Lo stopper deve dimenticare di essere solo un difensore destinato alla marcatura della principale punta avversaria, ma deve essere in grado di partecipare alle ripartenze. Pur non essendo considerato un titolare inamovibile, le sue doti tecniche di base gli garantiscono molte presenze. Giancarlo è molto lento ma sa tenere la palla e anche in fase difensiva riesce ad essere efficace senza dover ricorrere al “fallo sistematico”
In 173 presenze con gli azzurri, ha segnato soltanto 2 reti, entrambe fondamentali per la vittoria del secondo tricolore. Gol decisivo nel 3-2 del Napoli alla Fiorentina e il definitivo 2-2 con l’Udinese.
Corradini si alterna a Renica e Baroni in quel Napoli vincente. Una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana completano il suo invidiabile palmares.
Bigon lo stima molto e anche Ranieri e Lippi ne apprezzano le doti tecniche e caratteriali. La sua duttilità permette agli allenatori di diversificarne la collocazione tattica.
Nel 92, in piena crisi di risultati, a Napoli c’è una rivolta di una frangia minoritaria degli ultras. L’irruzione nel campo di allenamento e il susseguente tentativo di aggressione, spaventa molto Corradini che a caldo, dichiara di non voler più restare a Napoli. L’affetto e la stima dimostratagli dalla maggioranza dei supporter partenopei fanno recedere Giancarlo dal suo proposito. Conclude la sua carriera a Napoli nel 94.
Col Torino è arrivato secondo dietro il Verona di Bagnoli, col Napoli ha vinto tutto.
In una vecchia intervista ricorda che era Maradona, ogni volta prima di entrare in campo, a dare sempre il cinque a tutti i suoi compagni. Era una scaramanzia di Diego che dava tanta carica a tutta la squadra.
Come allenatore ha vissuto le sue migliori stagioni come vice allenatore. Dopo essere stato nello staff di Lippi alla Juve, con Capello nel 2005 e nel 2006, vince con i bianconeri i due scudetti poi revocati per gli illeciti dei bianconeri, venuti alla luce con “Calciopoli” . Resta alla Juve anche dopo la retrocessione come secondo di Deschamps a cui subentra (a qualificazione avvenuta) nelle ultime 2 partite.
Nel 2012 è il vice di Gianfranco Zola sulla panchina del Watford, nella Football League Championship, la seconda serie del calcio inglese.
Si potrebbe dire che anche da allenatore, come da calciatore, Corradini è stato quasi sempre un comprimario, ma di successo.