Crac Terme di Stabia: cinque ex amministratori sono indagati per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società partecipata dal Comune di Castellammare. Mentre a Palazzo Farnese si lavora al possibile rilancio dei due complessi termali (notizia di ieri l’arrivo di tre offerte per il bando di selezione dell’advisor) la Procura della Repubblica di Torre Annunziata indaga sulle cause del crac da oltre 12 milioni di euro e le eventuali responsabilità penali. Indagini delegate alla Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare e coordinate dal sostituto procuratore Sonia Nuzzo. La Procura per ora ha circoscritto il cerchio dei presunti responsabili del fallimento dal punto di vista penale a cinque ex amministratori: Luigi Vingiani, Salvatore Iovieno, Catello Dello Ioio, Francesco Paolo Ventriglia e Fulvio Sammaria.
Esclusi i politici
Escluse al momento eventuali responsabilità dei politici, vale a dire dei tre ex sindaci che in epoche diverse hanno nominato gli attuali cinque indagati alla guida di Terme di Stabia. Comprensibile la logica sottesa alla scelta della Procura: sono stati individuati come presunti responsabili penali coloro che sono stati i legali rappresentanti dell’azienda, a prescindere dal fatto se siano stati o meno accompagnati da un consiglio d’amministrazione più o meno largo. Soltanto il vertice dell’azienda pubblica viene assimilato all’imprenditore che può avere «dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte» i beni dell’azienda così da danneggiare i creditori oppure anche avere «sottratto, distrutto o falsificato» le scritture contabili o che le abbia tenute in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o il movimento d’affari, le due fattispecie in cui viene descritto il reato di bancarotta fraudolenta nel codice penale.
Dieci anni di gestione
Nei cinque nomi degli indagati ci sono gli ultimi dieci anni di gestione di Terme di Stabia spa prima del crac. La Procura è risalita a ritroso a partire dal 23 marzo 2015, data in cui il giudice Vincenzo Del Sorbo della sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata bocciò il concordato preventivo presentato da Terme sottolineandone la «non fattibilità giuridica» e decretando il fallimento dell’azienda partecipata da Sint (a sua volta società di proprietà al 100% del Comune) e del Comune stesso. In quel momento l’amministratore era Fulvio Sammaria, nominato dal sindaco pro tempore Nicola Cuomo. E’ stato indagato insieme ai predecessori Francesco Paolo Ventriglia e Catello Dello Ioio nominati da Luigi Bobbio, Salvatore Iovieno e Luigi Vingiani nominati da Salvatore Vozza a partire dal 2005. Ai cinque è stato notificato, nei mesi scorsi, un avviso di proroga delle indagini.
L’inchiesta
L’inchiesta è partita all’indomani della consegna della relazione del curatore fallimentare Massimo Sequino al Tribunale. Acquisita tutta la documentazione contabile disponibile, ascoltati alcuni lavoratori che avevano presentato denunce in Procura all’indomani del crac. Ricostruire il quadro economico-finanziario dell’azienda è tutt’altro che semplice visto che dal 2011 al 2013 non sono stati approvati i bilanci. Le indagini continuano.