Gli scongiuri diventano quasi un obbligo irrinunciabile, quando si procede con il calcolo delle probabilita’ e si cominciano ad analizzare, metro dopo metro, le strade che possono portare a una fase finale dei Mondiali: per quelli del 2018 a Mosca, dovra’ quasi certamente passare per i play off, e coincidenza vuole che l’unico precedente sia contro la Russia. Ma il precedente da evitare e’ un altro. Solo una volta l’Italia non e’ riuscita ad approdare alla fase finale della Coppa del Mondo per demeriti propri: nel 1958, in Svezia. Nell’altra, la prima, datata 1930, gli azzurri non parteciparono al torneo iridato, che a quell’epoca era abbinato alla Coppa Jules Rimet, per scelta federale. In un’altra circostanza, invece, c’e’ voluto lo spareggio per permettere alla Nazionale azzurra di poter partecipare alla competizione piu’ ambita: nel 1998, in Francia, dove anni prima (era il 1938) avevano vinto il titolo. E la storia, nel cammino verso Russia 2018, salvo clamorosi rovesci, si ripetera’. L’umiliazione piu’ grande per il calcio italiano arrivo’ nel modo piu’ inatteso, dopo che gli azzurri – reduci dal flop nella Rimet in Svizzera nel 1954, dov’erano stato eliminati al primo turno – furono inseriti in un girone sulla carta alla loro portata, con Portogallo e Irlanda del Nord, una Nazionale pressoche’ sconosciuta. Nei lusitani non c’erano ancora Eusebio e Simoes, ma l’Italia riesce a complicarsi ugualmente la vita, subendo un pesante 3-0 a Lisbona, malgrado la presenza in campo di Ghiggia e del ‘Petisso’ Pesaola. Ma tant’e’. Poco prima, per la squadra di Alfredo Foni (campione del mondo 1938) era arrivata la vittoria sugli irlandesi: 1-0, con un gol di Cervato su punizione. Il vero dramma sportivo si consuma il 15 gennaio 1958, di mercoledi’, in un Windsor park di Belfast pieno di fango e di tifosi indemoniati, dove l’Italia si gioca la qualificazione alla Rimet in Svezia. E non la ottiene. Finisce 2-1 per i verdi d’Irlanda, che vanno sul 2-0 con i gol di McIlroy al 13′ e Cush al 28′. Inutile la rete di Da Costa all’11’ della ripresa. Cosi’ come inutile si rivela la concomitante presenza in campo di due campioni del mondo con l’Uruguay nel 1950, come Ghiggia e Schiaffino. Uno spreco di talento e classe. Ghiggia viene pure espulso e la frittata e’ fatta. E’ il momento meno nobile nella storia del calcio italiano, un’onta indelebile. Va nettamente meglio fra ottobre e novembre 1997, con l’Italia costretta a guadagnarsi la qualificazione in un doppio spareggio contro la Russia: all’andata, il 29 ottobre a Mosca, finisce 1-1. Al vantaggio di Vieri risponde l’autorete di Fabio Cannavaro, che batte l’esordiente Buffon, mandato in campo dal ct Cesare Maldini dopo 32′ al posto del titolare Pagliuca. Il ritorno e’ fissato il 15 novembre, a Napoli, nello stadio talismano, dove l’Italia aveva gia’ battuto la Russia in una semifinale europea del 1968: quell’interminabile sfida sotto il diluvio era stata risolta da una monetina. Serve un gol agli azzurri e provvede Casiraghi a realizzarlo, regalando la qualificazione per un Mondiale al quale il centravanti nemmeno partecipera’. In vista di Russia 2018 la storia si ripete, con avversari e protagonisti diversi, ma sempre con la medesima speranza: di andare avanti.
SPORT
3 settembre 2017
Mondiali: l’Italia tra spareggi e incubo del 1958