«Ho provato a dare il massimo. Potevo fare di più, ma saluto la giunta a testa alta. I rapporti con la maggioranza? Non sono politica e c’è stato distacco, forse ciò ha inciso». Raffaella Cancellieri, da ieri ex vicesindaco di Sorrento, lascia l’amministrazione dopo due anni di mandato.
Perché ha deciso di lasciare?
«Era il momento giusto. In queste condizioni non potevo dare di più: tanti progetti che ho curato sono definitivamente avviati e attendono solo di essere finanziati o eseguiti. Sono soddisfatta. Avrei potuto fare di più, ma ho sempre operato nell’interesse pubblico».
Quindi si promuove?
«Dico solo che mi sono impegnata tantissimo. Penso all’approvazione del regolamento sul flusso documentale digitale per snellire i tempi delle pratiche. Penso alla svolta per l’informatizzazione e la dematerializzazione della macchina comunale. Oppure alla partecipazione di Sorrento a un bando europeo per ridurre l’impatto dell’anidride carbonica con un partner del calibro di Parigi. Ma aggiungo anche la costituzione del Gal che è uno strumento cruciale per le nostre eccellenze dell’agricoltura, il piano per disporre di itinerari culturali e al discorso intavolato a un programma musicale da attuare con la Fondazione Ravello. Sembra che non ho lavorato perché gestivo deleghe che al singolo cittadino appaiono secondarie. Eppure ho profuso grosso impegno».
Eppure i rapporti con la maggioranza non erano di grande affiatamento.
«Bisogna avere l’onestà intellettuale per capire quando è necessario lasciare un incarico. Il sindaco mi ha voluto in giunta come tecnico. Evidentemente non essere stata candidata e non essere una persona eletta comporta subire del distacco dal resto della compagine amministrativa. Il mio handicap è stato proprio questo. A un certo punto mi sono chiesta cosa avrei potuto fare ancora. Quando ho capito che era giusto dimettersi l’ho comunicato al sindaco il quale si è mostrato dispiaciuto. Con lui il rapporto è sempre stato cordiale tant’è che qualsiasi esigenza, anche un consiglio, si dovesse presentare basterà telefonarmi. Io sono di Sorrento, amo la mia città e non mi posso tirare indietro. Spero che si migliori sempre più».
Magari dal Wi-fi pubblico, un suo pallino.
«Ho fatto partire il progetto due anni fa appena mi sono insediata. La rete che c’era in precedenza era tutto tranne che pubblica. Avere un sistema adeguato è un segno di civiltà. Auspico che la macchina comunale possa approntarla in tempi brevi».