Oltre 300 tonnellate di spaghetti prodotti in Turchia e spacciati per italiani sequestrati nel 2015 al pastificio Garofalo di Gragnano (Napoli) sono state distribuiti nei giorni scorsi agli scolari di El Salvador, ai poveri di una missione in Peru’ e ai malati di due presidi sanitari nel sud della Libia. Beneficenza possibile grazie all’impegno dell’Ufficio delle Dogane e della guardia di finanza di Genova, che hanno scoperto le etichette mendaci sulla pasta stoccata nel porto di Genova prima di essere spedita e venduta in Africa, i volontari della Comunita’ di Sant’Egidio che grazie alle loro missioni nel mondo hanno indicato i bisognosi a cui inviare la pasta, e i delegati dei progetti alimentari Onu, che hanno provveduto al trasporto della merce. Il sequestro ha interessato 351 tonnellate di spaghetti ma due anni dopo, in attesa della sentenza di Cassazione che ne ha permesso la confisca, una parte e’ andata distrutte a causa degli agenti atmosferici. In beneficenza sono state date 314 tonnellate: 163 ad una missione gestita da suore laiche in Peru’, 75 a due presidi sanitari nel sud della Libia, e i restanti 76 agli scolari di San Salvador che beneficiano di un programma alimentare “mangiare bene per studiare meglio” nato dalla consapevolezza che le famiglie povere inviano i figli a scuola solo perche’ consapevoli che cosi’ hanno un pasto completo al giorno. L’opera di beneficenza e’ stata resa pubblica nella sede genovese di Sant’Egidio dal responsabile della comunita’ Andrea Chiappori, alla presenza dell’ambasciatore di San Salvador al Vaticano Manuel Lopez Barrera, il comandante della guardia di finanza di Genova Renzo Nisi e i vertici della Dogana genovese, Teresa Rosaria De Luca e Claudio Tucci. Presente anche Giampiero Criscuolo, delegato Onu.
CRONACA
28 settembre 2017
Pasta sequestrata al pastificio Garofalo di Gragnano donata in Perù, Libia e Salvador