“Dobbiamo tornare ai migliori anni dell’Ulivo”. Massimo D’Alema cita Papa Wojtyla “non abbiate paura” – difficile in uno scenario politico che è un ritorno al passato – e traccia la sua idea di sinistra. Altro che coalizione di centrosinistra. “Sinistra? Non abbiamo altro tempo da perdere – dice Baffino che arriva al Chiostro di Santa Chiara a Napoli con largo anticipo e inizia il suo intervento prima del previsto -. E’ urgente partire con un processo democratico che coinvolga la base, i cittadini”. In occasione della festa Mdp l’ex ministro degli Esteri illustra il suo piano di battaglia “un soggetto politico che porti avanti i valori della sinistra”. Tradotto: “quello degli anni migliori dell’Ulivo”.
Le stoccate di Baffino
Dalla legge elettorale fino al suo soggetto ‘preferito’ Renzi: più che stoccate quelli di D’Alema sono verdetti emessi con il suo stile inconfondibile. Boccia il Rosatellum bis “palesemente incostituzionale, indecente con aspetti quasi immorali” augurandosi, ora che il testo è all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera, che si fermi tutto e lanciando un appello ai parlamentari Pd a bloccare “una legge autolesionista” prima di tutti per i democrat e che favorirebbe Silvio Berlusconi. Altrimenti comunque ha già pronto il contrattacco: nel caso in cui passasse il ‘Rosatellum bis”, Mdp schiererà i propri candidati in ogni collegio. Senza mezzi termini e senza margini di trattativa, per D’Alema il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che 24 ore prima dallo stesso palco aveva invitato all’unità, e quello ai Trasporti, Graziano Delrio non possono essere mediatori tra i democrat e gli scissionisti. Così come la leadership del Pd “non è rappresentata dagli attuali esponenti”. “Con l’attuale linea politica – aggiunge ancora più esplicitamente – ci sono grandi distanze, non condivide i nostri obiettivi e le alleanze si fanno sui programmi”. Ma gli affondi al veleno Baffino li riserva tutti per l’ex premier. “Noi non siamo nati per far perdere Renzi ci riesce benissimo da solo. Ha perso tutto quello che si poteva perdere. La stessa Roma l’ha consegnata lui ai grillini, noi non eravamo ancora nati come movimento”.
Nessun dialogo
La strada del dialogo è palesemente impraticabile. “A chi mi chiede perché ce ne siamo andati dal Pd, rispondo come abbiamo fatto a resistere per tanto tempo”. La direzione è una soltanto, seguirà quanto tracciato dall’Ulivo e sarà il più lontana possibile dal Pd. “Sono d’accordo con Giuliano Pisapia quando dice che dobbiamo lavorare avendo come obiettivo quello di ricostruire il centrosinistra, ma ha anche detto con molta chiarezza che un nuovo centrosinistra ha bisogno di discontinuità e di leadership”. Obiettivo “molto ambizioso” e “un cammino impegnativo”. Ma per lo stoico D’Alema in un Paese diviso tra ‘verdini’ e ‘rosatelli’, dove l’ex centrosinistra ha fatto vincere zio Silvio, e “cedendo sui principi ha perso le elezioni ma anche l’anima”, la sinistra “non è né al collasso, né scomparsa”.
Gli annunci-slogan di sinistra
Ed eccole le prime proposte-slogan di sinistra. “Non meno tasse per i ricchi, un’altra parola d’ordine rubata a quel poveretto di Berlusconi – annuncia D’Alema – ma più tasse per i ricchi”. E ancora: “Chiederemo al governo di abolire i superticket. Ci sono tantissimi italiani che non si curano perché non sono in grado di pagare. In questo paese civile dove c’è la ripresa economica accade che sia diminuita l’aspettativa di vita degli italiani: quando non ci si cura si vive di meno. Vorremmo che la legge finanziaria investisse dei soldi su questo: difendere il diritto alla salute è una grande priorità”.
La sfida e l’acqua al mulino
Poi lancia la sfida: “Se vogliono i nostri voti – dice D’Alema sottolineando anche che il Pd dà più ascolto ad Alfano che ne ha di meno, vedi Ius soli – si deve avere rispetto, devono essere fatte alcune cose che chiediamo con fermezza per i cittadini più deboli”. E infine tira l’acqua al suo mulino: “Grave considerare vecchio Jeremy Corbyn”. Proprio nei giorni scorsi D’Alema ha annunciato che potrebbe ricandidarsi.