Venti colpi. Al cuore, alla testa. Una pioggia di piombo che non ha dato scampo a Ciro Orazzo, 53 anni, storico narcotrafficante di Casola, per anni braccio destro del boss Mario Cuomo, ‘o caniello, massacrato a sua volta nel 2012 mentre giocava a calcetto. Un agguato ferocissimo quello che i killer hanno messo a segno nei confronti di Orazzo, che già il 19 genaio 2016 rischiò di morire: un cecchino provò a ucciderlo mentre era affacciato al balcone di casa sua, colpendolo a una spalla.
Orazzo è stato vittima di un’esecuzione. Il narcos era a bordo della sua Fiat Panda 750, vecchio modello, di colore rosso e stava salendo da Casola di Napoli verso Lettere. Strada provinciale 16, l’unica possibile per raggiungere il comune dei Lattari. E questo lo sapevano anche i killer di Orazzo. Un tornante della montagna nella frazione Fuscoli, infatti, si è trasformato in una trappola per il narcos. Appena ha superato la curva, il 53enne è stato raggiunto da una pioggia di proiettili. L’auto è stata colpita da dietro: due proiettili hanno sfondato il lunotto all’altezza della testa del guidatore, hanno trapassato il seggiolino e frantumato il vetro del parabrezza. Altri proiettili si sono conficcati nella carrozzeria sinistra dell’auto. In frantumi tutti i vetri del veicolo. Almeno 7 i colpi andati a segno, colpendo il narcos. Che s’è accasciato sul volante ed è rimasto a bordo dell’auto, sul ciglio della strada a neanche una decina di metri dalla curva. Senza vita.