Quando s’è ritrovato di fronte quel patrimonio culturale dimenticato, oltraggiato e calpestato negli ultimi dieci anni, il sindaco Amitrano non credeva ai suoi occhi. Una biblioteca fantasma, abbandonata tra degrado e incuria, è stato lo scenario desolante che l’ha accolto. Un silenzio assordante e inquietante che l’ha spinto a voler andare oltre, ad alzare quel velo che ha avvolto nell’oblio pagine e pagine di storia. Il primo cittadino di Pompei sogna adesso di riconsegnare alla capitale della cultura e dell’arte la biblioteca comunale Ludovico Pepe. D’altronde, nelle linee programmatiche elencate nell’ultimo consiglio comunale -da realizzare nel corso del suo mandato- il primo cittadino ha annunciato di voler valorizzare la biblioteca comunale «quale centro di propulsione di attività culturali, promozione di mostre e incontri con gli autori». E allora s’è immediatamente mosso per rendere realtà un sogno che culla insieme agli altri cittadini pompeiani. Nelle ultime ore, Amitrano s’è recato personalmente a Casale Piscicelli, in via Aldo Moro, per un primissimo sopralluogo. L’ultimo era stato di Pietro Orsineri, nel gennaio 2016. L’attuale sindaco di Pompei, accompagnato dal dirigente dell’ufficio cultura Raimondo Sorrentino, e dal responsabile del Cisp (Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani) Pio Manzo, ha svolto un sopralluogo nei locali per prendere atto dello stato dei luoghi e valutare, soprattutto, la tenuta degli oltre 15mila volumi, conservati nella biblioteca comunale che fu chiusa nel 2009. Dopo il sopralluogo il sindaco ha avviato una serie di confronti con imprenditori e associazioni interessate ad intervenire economicamente per il recupero del bene comunale. Ad aprire i summit, Carlo Spano, presidente del Rotary Club Pompei, che si è dichiarato interessato ad aiutare l’amministrazione in questo importante recupero. «L’iniziativa è un po’ nata per caso – ha spiegato Spano – anche se ne abbiamo sempre discusso, già dal passato. Adesso ci sembra la giusta occasione per rilanciarla considerando gli orientamenti della nuova amministrazione. Il nostro contributo, al momento, sarà virtuale. E’ giusto per iniziare a rompere il ghiaccio e avviare un programma. Naturalmente, potremmo dare un contributo in termini di risorse per assicurarci un prezioso cambio di direzione».
I tempi di recupero non dovrebbero essere particolarmente lunghi. Nonostante il tempo abbia provato a logorare il patrimonio culturale, i libri risultano conservati perfettamente. «Adesso serve una programmazione a lunga durata – ha affermato l’esperto Pio Manzo, responsabile del Cisp – il rilancio potrebbe avvenire in tempi brevi, considerando l’interesse della nuova amministrazione e l’attuale stato dei libri, che non è pessimo. Bisognerà andare oltre l’idea di una biblioteca quale enorme stanza coi libri, l’obiettivo sarà rendere la struttura di via Aldo Moro uno spazio anche multimediale, sociale. Bisognerà renderla un luogo di interventi, proposte, attività e di presentazione. Una struttura, insomma, che possa essere interessante per tutte le fasce di età, dai più piccoli agli anziani. Il primo step sarà naturalmente il riordine del materiale e la pulizia dei locali abbandonati. Poi bisognerà avviare progetti nazionali di catalogazione, così da rendere la biblioteca di facile consultazione anche per chi non vive a Pompei. La stessa digitalizzazione rappresenta ormai una nuova frontiera. Il Comune è pronto, tutti i cittadini di Pompei sognano il rilancio di una biblioteca storica che raccoglie volumi che raccontano le nostre origini».