«Nessuno sino ad oggi ci ha saputo dare una spiegazione, né la magistratura che non ha chiuso ancora l’indagine preliminare, né chi era presente quella sera. E noi qui a cercare un perché, una motivazione, che sicuramente non ti allevia il dolore, ma almeno può placare la tua sete di verità».
Un post pubblicato sui social, firmato dalla zia di Fabiano Mazzetti, rompe il silenzio. A un anno dalla morte del giovane dipendente della Doria Spa di Fisciano, deceduto sul posto di lavoro per un tragico incidente, la verità non è ancora venuta fuori. Molte le ombre e poche le certezze per una giustizia lumaca che non ha ancora fatto il suo corso. In tre restano iscritti nel registro degli indagati per la morte di Fabiano. L’ipotesi di reato è omicidio colposo in concorso: gli inquirenti stanno verificando se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza in fabbrica, così da chiarire ogni dubbio su eventuali responsabilità.
Inchiesta lumaca
Ai tre indagati non è stato ancora notificato l’avviso di conclusione indagini. Eppure è passato un anno e l’inchiesta su un incidente sul lavoro, di cui è stata ricostruita la dinamica, non è certo tra le più complicate da svolgere. Resta nell’incertezza la famiglia del giovanissimo dipendente della Doria, figlio di Vincenzo, edicolante molto noto in città e attuale consigliere di maggioranza. L’accertamento tecnico sul macchinario che uccise Fabiano – disposto dal pm Ernesto Caggiano della Procura di Nocera Inferiore – è già stato effettuato. Ma la Procura di Nocera al momento non ha ancora fissato dei paletti su cui accusa e difesa possano confrontarsi prima davanti al gip ed, eventualmente, in un processo. Che se fosse svolto con rito ordinario sarebbe assai lungo. Il rischio, dunque, è quello di vedere i reati andare incontro alla prescrizione.
Il fatto
Fabiano resta vittima di un incidente sul lavoro il 17 ottobre dello scorso anno. Sta sbrigando le ultime faccende ed è solo all’interno del suo reparto, quando decide di mettere mano a una palettatrice per pulire il rullo. Sono le 21.30, qualcosa va storto: Fabiano resta schiacciato dal macchinario. A darne l’allarme sono alcuni colleghi. Un operaio assegnato a un altro reparto, per puro caso, assiste alla scena. Chiama subito i soccorsi. Poi l’attesa infinita e la corsa contro il tempo. Gli operatori della Solidarietà di Fisciano si precipitano sul posto e rianimano Fabiano, vittima di un arresto cardiaco per le conseguenze dell’incidente. Il suo cuore, però, non ce la fa.
Il giovane, che appena due anni prima aveva seguito un tirocinio organizzato dalla scuola presso l’azienda conserviera con sede nella zona industriale di Fisciano, era stato assunto con regolare contratto per le sue capacità e il costante impegno dimostrato.
Il ricordo
Fabiano sarà oggi ricordato dalla famiglia e dall’intera comunità di Pompei dopo una settimana difficile. La scorsa settimana avrebbe compiuto 21 anni. Guardarlo negli occhi resterà per sempre un pugno nello stomaco. Lo sguardo profondo e il sorriso perennemente stampato sul volto di Fabiano Mazzetti ti faranno sentire inevitabilmente colpevole di esserci ancora su questo mondo. Un destino crudele ha strappato il giovane 20enne di Pompei dall’amore della sua famiglia. O forse, ha voluto soltanto regalargli un posto migliore, protetto.