Sono ben 12 i colpi esplosi dalla pistola 9 x 21 dell’avvocato Francesco Palumbo, che domenica scorsa, dopo essersi ritrovato tre ladri davanti, nell’ abitazione del padre, ha fatto fuoco uccidendone uno, Domenico Bardi, 41enne di Napoli. Undici bossoli sono stati ritrovati dalla polizia scientifica nel cortile condominiale della palazzina di via Palermo in una zona residenziale di Latina. All’interno del caricatore i colpi erano 13. Ad uccidere Domenico Bardi sono stati due proiettili che lo hanno raggiunto alle spalle, sull’emitorace posteriore sinistro, mentre l’uomo si trovava su una scala che la banda aveva sistemato all’esterno della palazzina per raggiungere la finestra al primo piano dell’abitazione del padre di Palumbo. Sul corpo due fori, ma uno dei proiettili e’ uscito. Il corpo di Bardi e’ stato ritrovato nel giardino della palazzina accanto alla scala, l’uomo e’ precipitato dopo essere stato colpito. l’omicidio commesso da Palumbo continua ad alimentare polemiche e il dibattito politico sulla necessita’ di una legge sulla legittima difesa. Per il leader della Lega Matteo Salvini, “il principio e’ che se mi entri in casa, in negozio, sul taxi o in farmacia sei tu che sei un delinquente e il mestiere del delinquente prevede dei rischi. Massima solidarieta’ all’avvocato. Sono a sua totale disposizione. Come uomo, come papa’ e come segretario di un movimento politico”. Per il presidente del Movimento Nazionale per la Sovranita’, Francesco Storace “serve una legge chiara e non interpretabile sulla legittima difesa, affinche’ gli italiani si sentano sicuri e salvaguardati i loro cari e la proprieta’ privata”. Il cittadino “spesso e’ costretto a difendersi, con un risultato, come avvenuto a Latina, tragico: due famiglie distrutte dal dolore”. Palumbo ha spiegato agli investigatori, anche per voce del suo legale Leone Zeppieri, di non essere riuscito ad avvertire la polizia e di aver sparato in aria senza intenzione di uccidere e solo perche’ si sentiva in pericolo. Al suo arrivo nel cortile dell’abitazione, si era ritrovato davanti uno dei tre uomini, un palo, che gli avrebbe intimato con fare minaccioso di allontanarsi. Poco dopo un secondo uomo, sceso dalla scala, gli si era parato davanti mentre il primo – sempre secondo il racconto dell’avvocato – avrebbe estratto un’arma che aveva in tasca e senza puntarla, l’avrebbe tenuta vicina ad una gamba. E secondo la ricostruzione fornita agli investigatori, a quel punto l’avvocato ha iniziato sparare e due dei proiettili hanno raggiunto il terzo uomo che stava scendendo dalla scala. L’uomo e’ indagato a piede libero per omicidio volontario, un’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Latina come atto dovuto. Le indagini degli investigatori si concentrano ora sulla ricerca dei due complici della vittima. Probabilmente si tratta di una banda specializzata in furti in abitazione, che sapeva dove colpire e che ha agito mentre l’appartamento era vuoto riuscendo a disattivare l’allarme sonoro. Per ricostruire invece l’esatta traiettoria dei colpi sara’ necessario attendere l’autopsia sul corpo della vittima che verra’ effettuata domani dal medico legale Tommaso Cipriani e l’esito di una perizia balistica. La famiglia di Domenico Bardi ha intanto nominato un consulente di parte, Maurizio Saliva, che domani assistera’ all’esame autoptico.
CRONACA
17 ottobre 2017
Uccide ladro, l’avvocato ha sparato 12 colpi, due mortali