Due ergastoli per due omicidi che sono entrati nella storia nera della camorra di Torre Annunziata: quello di una mamma “ribelle”, Anna Barbera, e quello di un affiliato ucciso mentre dormiva nella sua camera da letto da finti poliziotti, Vincenzo Amoretti alias Banana, che apriÌ la faida con la frangia dei “Pisielli” del clan Gallo-Cavaliere. E’ un verdetto senza sconti quello emesso ieri dai giudici della IV sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Napoli (presidente Alfonso Barbarano) nei confronti di Umberto Onda, giaÌ detenuto per altro, ritenuto il killer della donna e Alfonso Agnello cui eÌ stata addebitata la responsabilitaÌ dell’omicidio di Amoretti. Accolta in pieno
la richiesta di pena avanzata dalla Dda di Napoli. Entrambi i delitti appartengono all’era in cui a comandare a Palazzo Fienga era Pasquale Gionta, ‘o chiatto, il figlio piuÌ
feroce di Valentino storico fondatore della cosca e giudicato in abbreviato per questi delitti. Alla soluzione di entrambi i casi si eÌ arrivati attraverso le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Michele Palumbo, alias munnezza, ex killer dei Valentini. Nel caso dell’omicidio di Anna Barbera, Palumbo ha fatto da riscontro alle dichiarazioni che giaÌ aveva reso un altro pentito: Aniello Nasto alias quarto piano che partecipoÌ materialmente al delitto e se l’eÌ cavata in abbreviato con 10 anni di reclusione. In base alle sole dichiarazioni di Nasto, la posizione di Umberto Onda era stata archiviata. Del delitto di Amoretti, invece, Palumbo ha potuto riferire ogni singolo dettaglio essendo stato l’altro esecutore dell’esecuzione.
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