Si indaga nel mondo della droga e in quello delle estorsioni per comprendere il movente dell’agguato teso ieri sera a Crispano contro il figlio del boss defunto Antonio Cennamo, Gioacchino, 36 anni. E potrebbero cosi’ essersi riaccese le tensioni contro il clan Moccia di Afragola, striscianti gia’ da diversi mesi e che hanno portato a due omicidi, in una sorta di ‘botta e risposta’. Il primo era stato quello del tesoriere di Moccia, il 72enne Salvatore Caputo; ucciso il 3 giugno; poi, quello di un uomo dei Cennamo, il 52enne Remigio Sciarra, assassinato davanti al figlio di 10 anni. Sulla vicenda si addensano altre ipotesi, quelle relative alla spartizione degli appalti per la riqualificazione di alcune aree nei pressi della stazione Tav di Afragola, ma gli inquirenti sono ancora molto cauti. Sul raid di ieri sera e’ ancora incerta la dinamica anche se e’ sicuro che i killer hanno mirato per uccidere mentre l’obiettovo era in auto, ma la prontezza del guidatore ha evitato il peggio. Un proiettile e’ comunque entrato nell’abitacolo e se Gioacchino Cennamo, 36 anni, vero obiettivo del raid, e’ rimasto solo leggermente ferito da schegge, la compagna dell’uomo, la 37enne Angela Capasso, ha riportato una frattura del bacino che il proiettile ha trapassato da parte a parte. La corsa verso l’ospedale di Frattamaggiore ha evitato il peggio. La donna e’ in prognosi riservata mentre Cennamo, interrogato dalle forze dell’ordine, non ha fornito alcun elemento utile alle indagini.
CRONACA
20 ottobre 2017
Agguato contro il figlio del boss nella notte: si indaga nel mondo della droga e del racket