Fu ucciso in una sala giochi perche’ si era schierato con una fazione che aveva deciso di scindersi dal clan Sarno. C’e’ questo dietro l’omicidio di Paolo Colaiacolo, ammazzato nel 1998 nel quartiere Ponticelli di Napoli. Oggi sono state eseguite dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, in collaborazione con la Squadra Mobile di Prato, quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di esponenti dell’ormai disciolto clan camorristico dei Sarno. E si e’ anche ricostruito il contesto in cui l’agguato scatto’. L’omicidio, secondo le indagini, fu deciso da Antonio Sarno e Ciro Esposito, all’epoca dei fatti reggenti del clan Sarno e materialmente eseguito da Vincenzo Cece, Antonio Tubello e Nicola Martinez. Il tutto si colloca nell’ambito di un contesto di particolare fibrillazione vissuto, all’epoca dei fatti, dal clan Sarno e causato dalla scissione dal gruppo della fazione legata ad Antonio De Luca Bossa, antico alleato che dichiaro’ guerra ai propri sodali con un gesto clamoroso e tragico ossia l’esplosione dell’automobile su cui viaggiava Luigi Amitrano, affiliato e nipote dei fratelli Sarno, determinandone la morte. Colaiacolo, secondo le indagini, fu ucciso perche’, dopo la di Amitrano, si schiero’ apertamente con il clan De Luca Bossa. Nicola Martinez e Antonio Tubello sono stati catturati nel quartiere di Ponticelli mentre Antonio Sarno, figlio di Ciro, attuale collaboratore di Giustizia e, all’epoca dei fatti, capo indiscusso del clan, e’ stato catturato a Prato dove si era stabilito da qualche anno. A Cece l’ordinanza e’ stato notificata in carcere ove era gia’ detenuto per altra causa. Determinanti, nelle indagini, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
CRONACA
20 ottobre 2017
Ucciso in una sala giochi a Ponticelli: gli arresti a 19 anni dall’omicidio