Lo scavo era già stato fatto e la struttura in ferro piazzata, con tanto di fili collegati all’impianto per l’erogazione dell’acqua che di lì a poco sarebbe entrato in funzione. Una piscina di 50 metri quadrati, per godersi un po’ di relax sotto il sole e all’ombra del Vesuvio, in pieno Parco Nazionale.
Peccato, però, che nessuno era a conoscenza di quei lavori in Contrada Mauro, località periferica del Comune di Terzigno.
Scavi fantasma per la costruzione di una piscina – per il momento – su un fondo agricolo di 200 metri quadrati.
Una serie di interventi che erano stati avviati nel corso delle scorse settimane e che un puntuale blitz dei carabinieri della stazione Parco Vesuvio di Boscoreale ha potuto bloccare sul nascere.
Gli uomini in divisa attenti alle problematiche ambientali, in particolar modo nell’area protetta alle falde del vulcano che domina il Golfo di Napoli, sono intervenuti ieri mattina. Dopo una serie di controlli e verifiche del caso hanno posto sotto sequestro un terreno di 200 metri quadrati, dove era stato effettuato uno sbancamento di un metro e mezzo e dove era in costruzione una piscina di 50 metri quadrati con una profondità di circa 2 metri.
Un piccolo angolo di paradiso in un’area protetta, e soprattutto lontano dal caos del traffico del centro. Tutto costruito a due passi da un’abitazione.
I proprietari del fondo finito nel mirino delle forze dell’ordine volevano costruirsi un resort tutto personale per trascorrere le vacanze senza allontanarsi dalla propria abitazione.
Un abuso in piena regola, stoppato sul nascere dall’intervento dei militari dell’Arma che spesse volte, in passato, sono intervenuti proprio sul territorio comunale di Terzigno per mettere fine a una scia di costruzioni fuorilegge senza fine.
Al termine dei controlli i carabinieri della stazione Parco hanno denunciato a piede libero la proprietaria del terreno in questione. Successivamente hanno apposto i sigilli lungo tutto il fondo agricolo posizionato alle spalle di un’abitazione in Contrada Mauro e reso inaccessibile l’accesso. L’operazione ha permesso agli inquirenti di portare alla luce l’ennesima costruzione fuorilegge in un’area protetta e sottoposta a vincolo paesaggistico. I lavori, che sarebbero terminati di lì a poco, sono stati interrotti sul più bello.