Un altro maxi-sequestro di marijuana, un altro deposito scoperto e smantellato dagli uomini in divisa nella zona periferica al confine tra Santa Maria la Carità, Gragnano e Castellammare di Stabia. Un caso o forse no, ma certo è che i serbatoi per l’approvvigionamento della materia prima per lo spaccio hanno traslocato e dai Monti Lattari sono scesi giù a valle. Se prima la riserva di cannabis indica veniva lasciata nei contenitori sotterrati tra i boschi, adesso viene nascosta in box o cantine nella zona urbana. Prodotta, essiccata, lavorata e ridotta in dosi direttamente nelle stesse zone delle piantagioni di marijuana. Quelle che per anni hanno fatto parte integrante dei boschi, tutti, dei Monti Lattari.
Un controllo mirato ha lasciato i clan a pensare e rivedere dove e come attivare il business illegale. Un primo passaggio è stato un acquisto a basso prezzo per un guadagno agevolato sul prezzo di vendita. E la marijuana dall’Albania ne aveva tali caratteristiche. Altra fase è stata cercare spazi che avrebbero potuto contenere grossi quantitativi di droga da dividere e vendere al dettaglio. Tonnellate e tonnellate di marijuana sono, infatti, state rinvenute tra Santa Maria la Carità in via Bardascini e, due giorni fa, in località Ponte Carmiano a Gragnano. Un ingrosso di cannabis indica che viene maggiormente divisa per chili, per essere facilmente trasportabile dai corrieri. Confezioni da 1000 grammi cadauna che, a loro volta, vengono suddivise in base alle richieste degli spacciatori attivi nelle diverse zone.
Una holding che fa capo ai clan che ne decidono investimenti, confini e spartizioni.