I fondi per risarcire le vittime di racket e di usura ci sono, ma quasi nessuno ne fa richiesta. Sono soltanto 49 le denunce nel 2017 e 147 negli ultimi tre anni a Napoli e in provincia, nel 30% dei casi provenienti da Torre Annunziata, Castellammare ed Ercolano. Una goccia nell’oceano: tantissimi gli imprenditori che ogni giorno in Campania subiscono minacce ed estorsioni, pochissimi quelli che trovano il coraggio di raccontare, ribellarsi e credere nella protezione e nel sostegno dello Stato.
Il fondo ignorato
Minacce, lesioni, aziende costrette a chiudere o date alle fiamme. Ogni imprenditore che denuncia può essere risarcito fino a un milione e mezzo di euro. “Molti non conoscono questa possibilità – spiega il commissario governativo delle iniziative antiracket e antiusura, Domenico Cuttaia, al termine di una riunione in Prefettura a Napoli -, nella maggior parte dei casi hanno paura, come dimostra la grande divergenza tra il fenomeno che dilaga in Campania e il numero di istanze pervenute”. Così a Napoli e provincia a dispetto di un fondo che può coprire numerose richieste, sono stati elargiti in tre anni circa 5 milioni e 820mila euro in tre anni (quasi 2 milioni nel solo 2017). Su scala nazionale il dato non è più incoraggiante: in un anno in tutta Italia sono state 1.997 le denunce. La maggior parte dalla Campania, Sicilia e Calabria. Per un totale di 20 milioni di euro nel 2017.
I tempi
E questo nonostante negli anni si sia fatto di tutto per rendere sempre più semplici le procedure e per accorciare i tempi di risarcimento. Ora infatti chi è vittima di racket e usura può presentare domanda di risarcimento per danni subiti e per mancati introiti compilando una semplice domanda sul sito internet del Ministero dell’Interno, nella sezione dedicata. In più rispetto al passato non è più necessario attendere l’esito dei processi che in alcuni casi possono durare anni. Il Comitato (costituito da rappresentanti dei ministeri dell’Economia e delle Finanze, della Giustizia, dello Sviluppo Economico, delle associazioni di categoria di rilevanza nazionale di nomina Cnel e di associazioni antiracket e antiusura e dal rappresentante della Consap) vaglia le istanze e sulla base delle valutazioni delle forze dell’ordine e dei procuratori che verificano se hanno un fondamento, deliberano. Da quel momento passano pochi mesi per elargire il risarcimento e nel caso in cui il processo si concluda con un’assoluzione, la somma viene chiesta indietro. Ma dal momento della presentazione possono passare anche anni: nella giornata di ieri sono state vagliate dal comitato anche domande risalenti al 2014.
Gli speculatori
Impressionante non è solo il numero risicato delle denunce, ma anche di quelle rigettate. “Alcuni ci provano, ma per fortuna la valutazione è rigorosa” spiegano i componenti del Comitato. Su 34 domande presentate nel 2017 ne sono state accolte 20 per l’estorsione e su 15 per l’usura, quasi la metà è stata rifiutata. Emerge così anche il terribile quadro degli speculatori.
Aumento delle denunce per estorsione
Ad aumentare negli anni sono gli imprenditori campani che denunciano l’estorsione (dalle 16 istanze del 2015 alle 34 del 2017) mentre diminuiscono le istanze per l’usura passate da 45 a 15 negli ultimi tre anni. La battaglia nonostante tutto continua. “Il fenomeno in Campania è dilagante e faremo di tutto per diffondere le misure in campo perché non basta la prevenzione e la repressione, ci vuole il sostegno economico tangibile per le vittime” ha commentato Cuttaia che ieri ha incontrato anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, l’assessore Alessandra Clemente e il commissario regionale antiracket Franco Malvano per promuovere prossime iniziative di legalità.