Un giorno di luglio. Salvatore Imparato ‘o paglialone si presenta a Palazzo Farnese e chiede di parlare con il sindaco Antonio Pannullo. Non è un cittadino qualsiasi, nemmeno un pregiudicato qualunque. Salvatore Imparato è stato riconosciuto con sentenza passata in giudicato quale promotore della piazza di spaccio del rione Savorito, la “Scampia” stabiese. Il suo gruppo continua ad essere indicato in ogni relazione della Dia come pienamente operativo alla periferia nord della città e collegato allo storico clan D’Alessandro sebbene a carico di Imparato e dei suoi non sia mai stata riconosciuta l’aggravante di camorra. Come sempre accade, per chiunque arrivi al Comune di Castellammare di Stabia, si verifica se quella persona abbia un appuntamento o quantomeno un altro motivo valido per incontrare il sindaco. Salvatore Imparato entra. Esibendo un documento di riconoscimento com’è prassi a Palazzo Farnese. Il suo ingresso viene regolarmente registrato. Sale al secondo piano dove c’è la stanza del sindaco e incontra Toni Pannullo. E’ questo l’episodio che il sindaco Pd di Castellammare ha denunciato prima alle forze dell’ordine e raccontato, tre mesi dopo, alla commissione parlamentare antimafia dove è stato convocato su richiesta del senatore Michele Giarruso del M5S. Episodio sul quale si accendono immediatamente i riflettori della Dda di Napoli.
L’inchiesta
L’Antimafia apre un fascicolo e i carabinieri iniziano a fare accertamenti sulla denuncia presentata dal sindaco. Il riserbo degli investigatori è strettissimo. Ma un primo dato dell’inchiesta è fissato: accertata la presenza di Salvatore Imparato a Palazzo Farnese in un giorno di metà luglio. La registrazione del suo ingresso fa da riscontro documentale alle parole di Pannullo. Da quello che comincia a emergere quella di Imparato, dunque, non sarebbe stata affatto un’irruzione. Ma una visita. Come quella di un qualsiasi altro cittadino ricevuto dal sindaco. Quello non è un periodo qualsiasi per Castellammare: appena qualche giorno prima ad Agerola è stato ucciso il ras dell’Acqua della Madonna, Antonio Fontana ‘o fasano.
Il “progetto” del ras
Ma di cosa doveva parlare Imparato con il sindaco? Il ras si sarebbe presentato per chiedere il ripristino e la pulizia di un’area del rione Savorito e fare una proposta: affidarla ai “ragazzi del quartiere” per farne un parcheggio. Affare che nella storia della criminalità di Castellammare ha già seminato sangue: l’omicidio del parcheggiatore abusivo di Pozzano Antonio Scotognella per mano dei D’Alessandro e, sostiene il pentito Renato Cavaliere, starebbe dietro anche al delitto del consigliere comunale Gino Tommasino. Perché a Imparato sia venuta questa idea e se qualcuno, magari in campagna elettorale, gli abbia suggerito di parlarne con il Comune è tema che dovrà essere chiarito dall’inchiesta.