«I lavori su monte Pendolo furono ordinati dal Commissariato Emergenza Idrogeologica Campania a seguito dell’atto del 1998, unitamente al Ministero dell’Ambiente che stanziò i fondi necessari per il progetto di “Mitigazione rischio frane – monte Pendolo Castellammare di Stabia-Gragnano”. Le opere realizzate a via Piana e a Sigliano sono state commissionate da enti diversi, anche se riconducibili alla Regione Campania». Arriva la svolta sul grande disastro che persiste sul versante di monte Pendolo.
«In via Piana la direzione dei lavori era stata affidata al Genio Civile nel 2002», spiega senza sosta uno dei tecnici che nella zona, ancora oggi considerata R4, ovvero ad alto rischio smottamenti, ha collaborato nel cantiere aperto 15 anni fa. Un’area che è in costante pericolo ma ciononostante sono state regolarizzate le residenze di cittadini che hanno deciso di vivere in pieno rischio. Oltre 10 canali furono costruiti nei boschi tra Castellammare di Stabia e Gragnano, in netta difficoltà per i tecnici che durante i sopralluoghi erano costretti a deviare il corso delle opere «per la presenza di manufatti che lì non avrebbero dovuto esserci. O anche per reti fognarie non previste e probabilmente non autorizzate», sottolinea il geologo.