Per anni si è parlato di porto turistico, di scalo marittimo di Torre Annunziata come possibilità di rilancio dello sviluppo e dell’economia della città, di un’opportunità da sfruttare inserendo il porto in un circuito che da via mare conducesse al patrimonio archeologico di Pompei e di tutta l’area Vesuviana.
Ma dalle parole ai fatti, dalle promesse ai progetti di tempo è passato e oggi l’unica certezza è nelle ruspe che da giorni hanno iniziato a scavare per realizzare altre tre cisterne che serviranno ad ospitare carburante. Tra qualche mese anche l’ultimo pezzo della spiaggia Salera sarà trasformato in una zona industriale stile San Giovanni a Teduccio, alle porte di Napoli, dove invece in atto un piano di smantellamento delle cisterne. Eppure per quell’area era attesa la bonifica del territorio attesa fin dal giorno del tremendo scoppio che segnò la storia della periferia partenopea.