Doveva essere un’opera importante, tanto da stravolgere e migliorare il sistema trasporti all’ombra del Vesuvio. Doveva essere una stazione fondamentale per lo snodo dei convogli dell’alta velocitaÌ che dal nord arrivavano verso sud. Doveva essere il fulcro di un progetto in grado di valorizzare le bellezze vesuviane, in grado di portare all’ombra del Parco Nazionale del Vesuvio e dei comuni del Basso Vesuviano migliaia di turisti ogni anno, pronti a visitare quelle bellezze nascoste ma che sono uniche nel suo genere (da Longola alle ville Romane di Terzigno, l’elenco e lungo). Doveva, appunto. PercheÌ a 7 anni dall’affidamento dei lavori per la realizzazione della stazione Tav Vesuvio Est, tra i comuni di Striano e Poggiomarino, i lavori stentano a partire. Il progetto per l’alta velocitaÌ eÌ in realtaÌ piuÌ lento che mai, impantanato in una burocrazia lumaca che dal 2010 tiene tutto fermo.
Eppure il progetto eÌ stato consegnato al gruppo Italo-Belga Philipps Samy and Partners con uno stanziamento iniziale di 32,5 milioni di euro. Incontri su incontri, anche in Regione all’attenzione del governatore Vincenzo De Luca, astuto nel riprendere l’incartamento, sulla Tav Vesuvio Est hanno ulteriormente allungato i tempi di realizzazione dell’opera. Un caso che ha investito da vicino anche Domenico Auricchio, il senatore di Terizgno recentemente tornato tra le la di Forza Italia dopo una breve parentesi alla corte di Denis Verdini (Ala). Auricchio ha ascoltato le preoccupazioni di diversi imprenditori della zona, angosciati per i tempi sconosciuti di costruzione della stazione in questione.
Ha scritto al ministro per le infrastrutture e trasporti Graziano Delrio, sicuro di avere una risposta – almeno quella – in tempi rapidi: «La Stazione Vesuvio eÌ fondamentale per lo sviluppo del territorio vesuviano, nolano e sarnese – scrive nella lettera inviata agli uffici del dicastero e poi protocollata a Palazzo Madama chiedendo una risposta scritta – La Tav incentiverebbe il flusso turistico, andando a valorizzare le opere archeologiche presenti sul territorio, come l’anfiteatro di Nola, l’acquedotto augusteo di Palma Campania, il museo archeologico di Nola, il villaggio protostorico di Longola a Poggiomarino, il sentiero del Parco Nazionale che da Ottaviano porta fino al Gran Cono e le ville romane di Terzigno» – spiega il senatore – «Sono passati sette lunghi anni dall’assegnazione del bando, quanto manca ancora per il via libera alla realizzazione dell’opera? CosiÌ si rischia di buttare via anche il patrimonio culturale che abbiamo all’ombra del Vesuvio».