«Non chiamatelo piuÌ Castello di Cutolo, questo eÌ il Castello delle persone perbene. E’ il Castello di Ottaviano, degli ottavianesi e di chi crede nella legalitaÌ». A Luca Capasso, sindaco di Ottaviano, tremano le mani mentre stringe il foglio su cui ha appuntato il suo discorso. E’ emozionato, si sistema la fascia con cura maniacale e con voce forte, ma insicura, prova a cancellare l’onta della camorra dalla sua cittaÌ. Lo fa nel giorno in cui si riaprono le porte del piano nobile della dimora dei principi Medicei, una struttura centenaria che ha ospitato D’Annunzio e che negli anni caldi della faida di camorra eÌ nita nelle mani di uno dei boss piuÌ spietati. Quel Raffaele Cutolo cancellato con una mano di pennello, che eÌ stata capace di ripristinare una bellezza cinquecentesca a quella struttura sostituendola le brutture dei summit di camorra degli anni ’80. Si riaprono le porte delle stanze segrete di Palazzo Mediceo, rimaste per anni nel degrado a causa della mancanza di fondi che permettessero il restauro originale degli affreschi che allietavano le giornate della famiglia dei principi di Ottajano, resuscitati per una sera grazie alla rappresentazione dei giovani dell’Accademia Vesuviana del teatro. Prima dell’arrivo della camorra, quelle stanze erano dimora di nobili e letterati. Per anni rimaste chiuse al pubblico. Sequestrato, dissequestrato e abbandonato no al 2005. Oggi, invece, riconsegnate alla cittaÌ e che diventeranno un presidio di legalitaÌ.
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