Oltre cinque mesi di carcere, dal 14 ottobre 2010 al 28 marzo 2011; poi gli arresti domiciliari per altri 4 mesi e ancora l’obbligo di firma tre volte alla settimana dal luglio all’ottobre 2011. In pratica oltre un anno di privazione o limitazione della libertà. E poi una trentina di udienze, fino alla sentenza del Tribunale di Pistoia perché il fatto non sussiste. Ci sono voluti sei anni, ma alla fine la sua innocenza è stata provata. Per lui è stato come uscire da un incubo che lo ha sconvolto moralmente e fisicamente.
Antonio D’Auria, 42 anni, originario di Gragnano ma da anni residente con i suoi familiari a Montecatini, è ancora provato da questa esperienza. Pesanti infatti le accuse a suo carico: induzione e sfruttamento della prostituzione, consumata e tentata; sequestro di persona; rapina e tentata violenza privata. Reati per i quali il pubblico ministero aveva chiesto nei suoi confronti una condanna a 6 anni di reclusione e 6.000 euro di multa.