«Forza Milan». E qualche giorno per decidere cosa fare. Anche se il rapporto con i Raiola è ormai logoro e la rottura definitiva con il suo agente non è mai stata tanto vicina. Gianluigi Donnarumma, portierone del Milan, è stato inchiodato dalla contestazione dei tifosi rossoneri. E dalla sua famiglia. Sono state ore difficili, quelle vissute da Gigio, che ieri ha provato a rinchiudersi nei suoi affetti e a confrontarsi con papà Alfonso e il fratello Antonio, dopo la tremenda serata vissuta mercoledì a San Siro, durante la sfida di Coppa Italia con il Verona. Quello striscione e quei fischi sono suonati come una sveglia per Gigio.
Il confronto
Già dopo la partita, la famiglia Donnarumma s’è ritrovata a commentare quanto era accaduto a San Siro. Sul banco degli imputati è finito Mino Raiola, già nel mirino di papà Alfonso da diversi mesi. L’agente italo-olandese solo ieri sera, con toni piuttosto sommessi, ha commentato le dichiarazioni del direttore sportivo Mirabelli. Una scelta evidentemente condivisa con suo cugino Enzo, che è stato costretto a gestire la furia della famiglia Donnarumma. Mino Raiola è accusato di essere il responsabile della contestazione subita da Gigio, perché secondo i parenti del portierone avrebbe sbagliato modi e tempi per quella mail inviata al Milan. La famiglia però si è spinta oltre e ha chiesto a Gigio di assumersi le sue responsabilità, cominciare a parlare e soprattutto spiegare quali sono le sue intenzioni per il futuro. Un momento di crescita fondamentale, sia sotto il profilo umano che professionale per il portiere, al quale anche la famiglia ha chiesto di esporsi. Gigio sa che se vuole continuare la sua esperienza al Milan deve lasciare Raiola, una condizione imprescindibile per ricucire il rapporto con i tifosi. Questa sarebbe la soluzione preferita dalla famiglia, che tuttavia vuole lasciare a Gigio l’ultima parola sul suo futuro. Il portiere del Milan, ieri sera, ha mosso il primo passo con un post sul suo profilo Instagram: «E’ stata una brutta serata e non me l’aspettavo! Non ho mai detto, ne scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto. Nonostante tutto guardo avanti e testa alla prossima partita. Forza Milan!», ha scritto Donnarumma. Una frase a metà, perché una decisione definitiva Gigio non l’ha presa e vuole rifletterci ancora qualche giorno. Da un lato c’è l’amore per il Milan, dall’altro un rapporto d’amicizia fortissimo con Enzo Raiola, che non lo lascia nemmeno un istante e lo accompagna in ogni suo passo già da qualche anno.
La mossa dell’agente
Mino Raiola sa di essere all’angolo e dopo aver fatto finire nel tritacarne Gigio, con quella mail in cui si faceva riferimento a un’inesistente violenza psicologica subita dal portiere al momento della firma del contratto, ha provato ad abbassare i toni, scagliandosi contro Mirabelli. Una mossa studiata quella dell’agente italo-olandese, perché sa che l’unica persona all’interno del mondo Milan con la quale la famiglia Donnarumma non ha avuto un buon rapporto, in questi mesi, è proprio il direttore sportivo dei rossoneri. Che è accusato di aver sedotto il fratello maggiore Antonio, quando stava per firmare con l’Olympiacos, e poi di non aver mantenuto le promesse. «Mirabelli utilizza Gigio per fare la guerra a me», ha detto Raiola. Un tentativo per cercare di recuperare terreno nei confronti della famiglia che ora non lo vede di buon occhio e non è mai stata tanto vicina a dargli il benservito.