La Rai organizza le riprese in diretta del presepe vivente di Pimonte, ma all’arrivo degli operatori e dell’inviata tutto è chiuso. Dei figuranti nessuna traccia. Eppure, dopo le infuocate polemiche partite proprio da una di quelle capanne, dove si consumò lo stupro di una 15enne abusata da coetanei, poteva essere un’occasione per rimediare alle passate gaffe del sindaco Michele Palummo che lo definì, erroneamente, “una bambinata”. Una troupe partita da Roma e che è arrivata nel piccolo centro dei Monti Lattari, nonostante gli accordi presi con il figlio del primo cittadino, Antonio Palummo organizzatore del presepe vivente, qualcosa è andato storto. E ad accogliere “mamma Rai” non c’era proprio nessuno. Disperazione e ira dell’inviata, tra l’altro originaria proprio di Pimonte, che in fretta e furia ha dovuto rimediare. Chiamati di urgenza cittadini-figuranti e volontari di associazioni locali per garantire le riprese almeno di parte del presepe vivente, legato a doppio nodo con la tradizione ma anche con un brutto capitolo della storia di Pimonte. «La colpa non è degli organizzatori. Chi aveva dato disponibilità di presenza non si è poi presentato – ha commentato il vicesindaco Gennaro Somma – Ci dispiace che sia capitato questo inconveniente che però si è risolto. Le riprese sono state effettuat
CRONACA
22 dicembre 2017
Pimonte. Occasione Rai per il riscatto ma il presepe è chiuso