Ha cercato di sfuggire alla violenza, ogni volta che le sue mani luride le sfioravano il corpo. Lei provava a difendersi, ma invano, perché la belva riusciva sempre a bloccarla. Abusava di lei, del suo corpo, e in undici anni ha consumato il suo sorriso, la sua voglia di vivere e trasformato quell’amore malato in una gabbia infernale. Era la storia più brutta di Natale che sarebbe sfociata nell’ennesimo caso di femminicidio ma questa volta i carabinieri sono arrivati prima. L’inferno che si consumava dietro le mura domestiche di un’abitazione in via Vecchia Sarno ad Ottaviano è venuto a galla solo quando le divise sono piombate nell’appartamento e lei, stremata, ha deciso di farsi abbracciare da quei due carabinieri che l’hanno strappata alla morte. Perché così sarebbe finita se il padre della donna e alcuni vicini non avessero chiamato il 112. Sono da poco passate le 21 quando al centralino della compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata arriva una richiesta di aiuto. «Vi prego correte qui, mio genero sta picchiando mia figlia, non riesco a fermarlo».
CRONACA
29 dicembre 2017
Ottaviano. Insultata e presa a calci dal marito. «Mi picchia per il gusto di farlo»