Per la tavola di fine anno c’è un solo comandamento: piatti beneauguranti ed un tocco di lusso. Chiudere i trecentosessantacinque giorni appena passati con una cena dai toni eleganti e con piatti che prevedono ingredienti più pregiati è l’unica regola. Per il resto non c’è consuetudine o tradizione che tenga. Per strada, in casa, al grand hotel o in piazza a sentire musica, l’ultimo giorno dell’anno si festeggia in modo totalmente libero, secondo i gusti personali. Anche per il cenone sono aboliti i condizionamenti tipici dei menù dei giorni di festa. Unica costante che accomuna quasi tutti gli italiani sono le lenticchia considerate un portafortuna ed il brindisi finale, possibilmente con bollicine nazionali. Ma per gli appassionati è concesso inebriarsi con l’ottimo champagne dei cugini transalpini.
Spazio alla fantasia dunque. Per cui la tavola dell’ultimo dell’anno è un trionfo di creatività. Molto lontana da quella del Natale che pretende la tradizione in primo piano. Crostacei innanzitutto, quelli pregiati che partono dall’aragosta per finire ai prelibati gamberetti. E non c’è crisi che tenga, per la cena di San Silvestro a tavola ci vuole un segno di benessere che porti fortuna per i prossimi 12 mesi. Ostriche o scampi che siano, anche solo un assaggio. La loro presenza diventa necessaria per accompagnare quell’ottimo vino conservato da tempo per questa speciale occasione.
Nei ristoranti campani, sia che essi abbiano menù di impostazione classica o gourmet, i piatti si rifanno tutti al meglio della cucina mediterranea e privilegiano il mare ed i suoi prelibati prodotti. Quasi tutti i locali organizzano il cenone di fine anno e ce ne per tutti i gusti e tutte le tasche, soprattutto in costiera, dove la presenza di tanti turisti obbliga alla massima flessibilità.
Comunque la costante di tutte le offerte resta la particolarità dei piatti creativi che prevedono ingredienti prelibati.
Allo Yacht Club del porto turistico di Castellammare di Stabia lo chef stellato Peppe Guida propone: l’Insalatina di mare con zuppa di limone e scarola riccia invernale, il Risotto ai tartufi di mare e gamberoni imperiali, la Pasta fresca con fonduta di fiordilatte, crudo di Parma e tartufo nero, il Branzino di lenza con rinforzo della tradizione e la Cassata. Mentre al prestigioso Caruso di Sorrento si inizia con un Carpaccio di chianina affumicata e le Cappesante gratinate agli agrumi di Sorrento. Seguono i Mezzi paccheri al ragù di pescatrice con finocchietto selvatico e pacorino al profumo di limone ed il Risotto con tartufi di mare e carciofi, quindi l’Aragosta Thermidor ed il dolce di San Silvestro. Anche nei posti di montagna che normalmente propongono menù di terra, per il cenone mettono in vetrina bontà marinare come al ristorante Al Valico di Chiunsi di Tramonti dove si parte da un antipasto misto che prevede baccalà e alici fritte, polpette di pesce, totani e patate e cozze gratinate, i Paccheri con i frutti di mare, la Frittura di pesce con contorno ed il dolce. Tutti prevedono a fine pasto l’immancabile zampone e lenticchie ed il brindisi con lo spumante, dolce o brut che sia. E c’è anche chi propone l’anteprima del cenone, un aperitivo di lusso da consumare in albergo a cinque stelle. E’ questa l’offerta del Romeo Hotel di via Cristoforo Colombo a Napoli, dove dalle ore 12 alle 18 è previsto un aperitivo glamour con i finger food dello chef stellato Salvatore Bianco in abbinamento al prosecco.
Ma subito dopo c’è il pranzo del primo gennaio che riapre le danze a tavola. Uno dei locali storici della costiera Pizza a Metro di Vico Equense propone: le Alici all’amalfitana in crema di peperone, il Baccalà pastellato su schiacciata di patate alla citronette e polvere di camomilla, Gnocchi di zucca con porcini salsiccia e finocchietto, Spiedino di pesce alla brace con insalata mista e dessert al carrello