Ercolano. Non sarà candidato alla Camera e punta a governare Ercolano per dieci 10 anni. Il baby-Renzi del Vesuviano rilancia la sfida per il prossimo anno.
Sindaco Buonajuto, il 2017 è stato sicuramente l’anno più tormentato del suo mandato. Eppure il «rodaggio» era terminato da un pezzo. Come si spiega?
Il cambiamento è un processo lento che, in alcuni casi, si può valutare solo dopo dieci anni di lavoro quotidiano e costante. Nel caso di Ercolano, poi, la rivoluzione non deve essere solo economica e strutturale bensì sociale e culturale. Ma sono fiducioso: il 2018 sarà l’anno della svolta.
Commercianti che consegnano le chiavi delle loro attività; abitazioni e scuole che crollano; la mancata partecipazione al processo che ha visto la condanna all’ergastolo per tre camorristi accusati dell’omicidio di un innocente. Sono solo alcune episodi capaci di scatenare accuse alla sua amministrazione comunale. Quante responsabilità si sente di addossarsi?
Andiamo con ordine: tutte le istanze dei commercianti sono state accolte, a partire dalla sosta oraria e dalle strisce bianche in prossimità degli Scavi. Ora è il momento che spingano loro sull’acceleratore: non dimentichiamo che questi commercianti sono gli stessi che quest’estate si sono ritrovati quasi 20.000 turisti di sera grazie alla nostra ostinazione a tenere aperto il Parco archeologico con ingresso unico da corso Resina. Per le scuole il 2018 segnerà l’anno della riqualificazione del Secondo Circolo, attesa da 30 anni; entro metà gennaio, poi, sarà ultimato un progetto del valore di 2 milioni di euro per la messa in sicurezza di tutti gli istituti. Sulla costituzione nel processo Barbaro si è trattato di un motivo tecnico, non di una scelta politica: sulla legalità non facciamo passi indietro. Salvatore lo ricordiamo ogni anno con una cerimonia nel luogo della tragedia, anche se ormai sono in pochi a partecipare a quella drammatica ricorrenza. Ma io ci sarò sempre perché al suo posto ci sarebbe potuto essere chiunque. Inoltre, abbiamo intenzione di intitolare alla sua memoria una strada o un parco pubblico.
Una delle principali criticità del 2017 a Ercolano è stata la questione rifiuti, un problema fino a oggi irrisolta. Perché? Cosa impedisce un corretto funzionamento del settore Nu?
Per il funzionamento di questo settore è decisiva la partecipazione di tre attori: cittadini, azienda e amministrazione comunale. Si ottiene un’inversione di tendenza solo solo se tutti avanzano correttamente e di pari passo. Quest’anno ha segnato una fase delicata perché abbiamo preso di petto una situazione che veniva rinviata da circa 20 anni: lavoriamo giorno e notte per superare definitivamente un’epoca buia e per garantire la pulizia della città nonché la tutela dei diritti dei lavoratori.
Il nodo-viabilità. Il senso unico istituito in corso Resina ha provocato malumori e scarsi benefici alla circolazione delle auto. E pensabile un dietrofront?
Nulla è impossibile, anche se in questi giorni insieme ai commercianti abbiamo concordato di proseguire con il senso unico e con maggiori controlli alla sosta oraria. Il problema è semplice: se si ripristina il doppio senso, si perdono centinaia di posti auto. E il Comune non può mica buttare a terra i palazzi e costringere i proprietari a realizzare nuovi parcheggi nelle aree private. Abbiamo aperto un parcheggio importante a corso Resina nei pressi di Villa Favorita e nelle scuole, ma non basta. Mi auguro che gli imprenditori decidano di investire in parcheggi nella nostra città.
La scorsa estate è stata devastante sotto il profilo degli incendi sul Vesuvio. Dopo la gestione dell’emergenza, cosa ha fatto poi per provare a salvaguardare un patrimonio non solo di Ercolano?
Con una straordinaria gestione dell’emergenza nei mesi di luglio e agosto, si sono evitati danni maggiori e contemporaneamente, anche grazie al contributo della Città Metropolitana, si è lavorato presto e bene alla messa in sicurezza delle aree colpite dagli incendi. Sul Vesuvio, comunque, la mia priorità assoluta è la bonifica delle discariche: sarà la mia crociata all’interno dell’Ente Parco e con il governo nazionale, perché i Comuni da soli non si possono accollare una situazione del genere.
Il mese di dicembre è stato caratterizzato da pesanti polemiche legate alle luminarie natalizie e alle iniziative per le feste. Lei ha denunciato una serie di anomalie nelle procedure, ora cosa accadrà?
Sulle luminarie è successo qualcosa di anomalo, non si era mai visto che questo bando andasse deserto. Detto ciò, la città è viva: abbiamo organizzato un programma di 41 spettacoli, eventi, mostre, laboratori e concerti. In questi casi, la battaglia è tra chi critica spesso nascosto dietro a una tastiera e chi, come me, anche sbagliando, ci prova.
Qual è stato, se c’è stato, il provvedimento o iniziativa di cui si è pentito?
Chi si impegna, probabilmente, commette anche errori, seppure in buona fede e con la consapevolezza di fare il bene della città. Più che un rimpianto, ho un dubbio: è valsa la pena abbassare la tassa sui rifiuti e sacrificare il servizio notturno?
Si è mai sentito «abbandonato» dalla sua maggioranza? Voglio dire: in ogni occasione Lei ci ha, comunque, messo la faccia. I suoi alleati sono, invece, rimasti sempre nelle retrovie. Perché?
Sono fatto così. Insieme all’impegno, ci metto sempre la faccia e il cuore. Non mi sento l’amministratore delegato di una società per azioni che analizza solo freddi numeri, ma il custode pro tempore dei sogni dei cittadini.
Si è presentato come il “nuovo”, in piena discontinuità con chi aveva amministrato, per Lei male, la città negli ultimi decenni, accusando a più riprese i suoi predecessori di possibili collusioni con ambienti deviati. Eppure poi si è trovato a difendere e confermare un esponente della sua giunta il cui fratello è stato prima arrestato e poi è finito a processo per usura, in una città in cui il “modello Ercolano” ha saputo sconfiggere il racket della camorra. Non le pare una contraddizione?
È una scelta che, valutando il lavoro ed i risultati ottenuti dal vicesindaco Luigi Fiengo, penso in primis alla gestione dello stadio e alla sottoscrizione del contratto decentrato, rifarei senza dubbio.
Il momento peggiore del suo 2017?
È sempre il momento peggiore quando vedo il disagio negli occhi dei miei concittadini e mi sento impotente di fronte alla povertà delle persone che bussano alla mia porta.
In ogni caso, non sono mancate le soddisfazioni. Quale Le ha dato maggiore gioia?
Vedere la caserma dei carabinieri praticamente ultimata: tra qualche mese, nel posto in cui c’era la camorra ci sarà lo Stato. Mi volto indietro e rivedo decine di viaggi a Roma, incontri e riunioni per vincere questa sfida che sembrava disperata: abbiamo ribaltato il risultato.
In molti l’accusano di essere assente dalla città, di pensare più alle trasferte romane che a Ercolano come se stesse preparando la strada per le elezioni politiche del prossimo marzo. Dica la verità: quello appena trascorso è stato il suo ultimo Natale da sindaco?
È dal giorno dell’elezione che ripeto che, se i cittadini lo vorranno, resterò sindaco per dieci anni: non ho cambiato idea.
twitter: @a_dortucci