Troppe incongruenze. Troppe perplessità sul maxi progetto e così, il collegio dei revisori dei conti del Comune di Ottaviano, congela la realizzazione del forno crematorio in via Vecchia Sarno. Quattro pagine, una serie di relazioni e delibere allegate e quel progetto di centinaia di fogli che, è il caso di dirlo, sono finiti in fumo. Non è servito a nulla cambiare il piano triennale delle opere. Non è servito nemmeno riprogrammare il quadro finanziario dell’ente di piazza Municipio. I revisori hanno detto «no» e cancellato ogni ipotesi, almeno per ora, dell’infrastruttura.
Nel verbale – a firma dei tre componenti, Antonio Bonagura, Salvatore Russo e Rocco De Giacomo che all’unanimità hanno deciso di bocciare l’iniziativa – viene messo tutto nero su bianco. Le motivazioni sono chiare. La prima: il progetto risulta ormai vecchio «datato e superato – scrivono – essendo ormai trascorsi oltre due anni dalla sua redazione per cui molti degli elementi previsti nel conto economico potrebbero risultare non più attuali».
E ancora: «la proposta non dà conto del preliminare coinvolgimento di uno o più istituti finanziatori nel progetto». Emerge inoltre «l’incongruenza tra la bozza di convezione che prevede il pagamento di un canone di concessione e il piano finanziario dove però non viene previsto l’onere». I revisori contestano poi il valore dell’acquisto del terreno da espropriare dove sarebbe sorto il forno che viene «ampiamente sovrastimato». La somma programmata era quella di 520mila euro per una superficie di circa 6700 mq. Questo avrebbe – secondo i revisori – reso poco appetibile anche una futura partecipazione alla gara da parte di terzi interessati e che quindi, visto l’enorme esborso già iniziale e difficile da recuperare nell’arco temporale, avrebbe «favorito il promotore dell’iniziativa». Insomma, pur volendo dare atto all’amministrazione della volontà di «fornire un servizio alla collettività questo non avrebbe garantito un equilibrio economico finanziario dell’ente». Ad intervenire sulla questione è il consigliere comunale di minoranza Emanuele Ragosta che aveva vota contro l’opera sollevando in prima persona – precedentemente lo aveva fatto anche il collega Raffaele Annunziata – che esulta. «Si apriranno a questo punto diverse strade- dice – il proponente potrebbe ritirare definitivamente il suo progetto. Potrebbe, invece, apportare delle modifiche e ripresenta lo, magari alla luce dei rilievi del Collegio. Ad esempio sul prezzo del terreno, tanto per dirne una. Per ora non sappiamo cosa accadrà, ma una cosa è però certa: l’opera è stata cancellata dal piano triennale delle opere pubbliche e, salvo nuove variazioni, almeno per i prossimi tre anni non ci sarà alcun intervento per la realizzazione di un tempio crematorio». Insomma dopo anni di ombre, denunce ai carabinieri per la sparizione della documentazione e delle polemiche politiche ora lo stop che apre senza dubbio nuovi scenari.