Sant’Agnello. In primavera rischia di diventare sindaco per la quarta volta. E come tradizione mancano alternative forti. «Ma se dovessi vincere è perché ho governato bene. Mica vengo votato perché ci sono solo io?» sorride il primo cittadino eterno, al secolo Piergiorgio Sagristani, l’uomo che guida Sant’Agnello addirittura dal 1998 e che oggi vuole calare il poker di mandati. L’unica vacatio del suo dominio c’è stata quando non si è potuto ricandidare alla fascia tricolore dopo due mandati consecutivi. Era il 2008, Sagristani lasciò il Comune e poco dopo divenne assessore al turismo della Provincia di Napoli con l’Udc. Al suo posto, come sindaco, venne eletto l’ingegnere Gian Michele Orlando, poi mandato a casa con le dimissioni di massa di buona parte di quei consiglieri che si candidarono con lo stesso Sagristani, tornato in corsa per fare il primo cittadino, alle Comunali 2013. Nome della lista: “Sant’Agnello prima di tutto”. Come ieri, come oggi. Anche se si parla di candidatura in contemporanea alle Politiche. «Vediamo – dice Sagristani -. Intendo ottenere ancora la fiducia di Sant’Agnello e chiudere il mio ultimo mandato di sindaco. Sì, perché sarà l’ultimo. Lascio agli altri. Serve un ricambio».
La sua quarta candidatura appare comunque una sconfitta: a Sant’Agnello non c’è una nuova classe dirigente.
«Una pecca, un errore. Lo ammetto. Dobbiamo spianare la strada al futuro: è il mio scopo nei cinque anni a venire. Serve una massa critica costruttiva, che sia di stimolo alla maggioranza e alla stessa opposizione. Auspico volti che allontanino i corvi, che lascino le denunce anonime e i fake».
Parla già da sindaco rieletto.
«No, ma ho fiducia».
Tipo quella che pensa di suscitare durante le sue convention dove riesce a ospitare nella stessa sala un ambientalista come il presidente del Wwf Claudio d’Esposito e l’ingegnere Antonio Elefante, il padre dell’housing sociale?
«Sono persone che stimo. Penso che sia un sentimento ricambiato».
Eppure sono due persone agli opposti che se le sono “date” a colpi di esposti e accuse. Non è strano, magari fuori luogo, tutto questo?
«Non per me e non per loro, almeno penso. Io sono un cacciatore ma con d’Esposito e l’intero Wwf abbiamo saputo instaurare una collaborazione che ha portato alla realizzazione di un gioiello, come “Oasi in città”, il giardino fatto nascere sopra a un parcheggio ed ora divenuto una cartolina per Sant’Agnello. E poi d’Esposito mica ha fermato la sua attività di contrasto e denuncia a Sant’Agnello? Ha fatto esposti, ne farà ancora se lo riterrà opportuno e prosegue nelle sue iniziative mettendoci la faccia. Dunque ha la mia grossa considerazione anche perché sa che non sono un palazzinaro o un affarista. Lo stesso vale per Elefante. Lo considero un professionista importante, che fa il suo lavoro e che ha tenacia nel suo campo. E’ evidentemente all’opposto delle posizioni di d’Esposito, vero, ma anche se ci fosse stato un altro imprenditore che avrebbe proposto il progetto di housing sociale l’avrei sposato. Interessa l’opera, non chi la fa. Zero personalismi. A Sant’Agnello si deve capire che oggi passa l’ultimo treno per avere un’abitazione vista la penuria di case tramutate in strutture extralberghiere. Alla fine della vicenda, pubblicheremo i nomi di tutti gli aggiudicatari che hanno comprato gli alloggi. Ripeto, non ci sono ombre a dispetto di chi alimenta il vortice di fango. Il sorteggio pubblico per le liste di chi voleva acquistare le case e chi prenderle in locazione lo abbiamo fatto in sala consiliare davanti a tutti».
Sindaco, però questi appartamenti costano molto e non sono per i meno abbienti come si era fatto capire agli inizi.
«Se tornassi indietro rimedierei a questo errore fatto in buona fede. Stravolgerei il piano della comunicazione su questo progetto. Siamo stati carenti. La gente credeva che fossero case per poveri invece che case che vengono acquistate a certe cifre. Errore di illustrazione nostro, vero. Servono soldi per comprarle, ma dico pure che nel bando era precisato il costo al metro quadrato».
Dell’housing sociale se ne sta interessando anche un suo possibile avversario, l’avvocato Giovanni Pollio, attraverso il suo lavoro di inchiesta sul blog Talepiano. Che ne pensa?
«E’ più giusto che a Sant’Agnello si candidino persone di Sant’Agnello. Pollio non lo è. Non è una discriminazione. E’ una mia idea. In effetti, Pollio non è neppure candidato visto che non ha preso decisioni. Però voglio fare un annuncio provocatorio, un auspicio generale».
Prego.
«Spero di essere affrontato da liste che siano lontane da fango, denunce anonime e fake in voga su Facebook. In caso contrario, mi costringeranno a fare liste civetta».
Parla da zar di Sant’Agnello, quasi come se volesse azzerare le opposizioni. E’ così?
«Macché. Non sono un re o altro. Sono un sindaco, un cittadino. Che come tutti vuole etica nella politica. Le opposizioni, quelle genuine e fatte anche in maniera dura ma con presupposti costruttivi, devono esserci e mi auguro che sia così. Prendiamo il Movimento Cinque Stelle: farà una lista a quanto pare, di certo non muovo rimostranze o preconcetti sui grillini di Sant’Agnello. Io sono sindaco perché la gente mi stima, mi ha tributato consenso perché ho fatto bene. Ci sono state numerose opere pubbliche, abbiamo lavorato sulle scuole e sull’arredo urbano. Certo, avrei potuto fare molto di più, ma non mi sono arricchito con la politica, lo stesso vale per i miei familiari. E riparto da qui. Se ci saranno liste basate sui corvi le batterò evitando di concedere posti in consiglio comunale. Abbiamo bisogno di gente con la coscienza politica candida. Io ritengo di essere al riparo da potenziali accuse di arricchimento dal mio ruolo politico. Gli interessi pubblici prevalgono sempre».
Sembra uno spot per arrivare in Parlamento. Si candiderà? E con chi?
«Attendiamo. Posso confermare che ci sono in corso dei contatti».
Civica Popolare del ministro Beatrice Lorenzin la vuole capolista nel proporzionale alla Camera. Vero?
«Sì, ma non ho deciso. Pure amici del Pd e di Forza Italia hanno chiesto la mia disponibilità. Ma non corro per la poltrona sennò avrei fatto pure altri pensieri, come già avvenuto in passato».
Si riferisce alla candidatura a sindaco a Sorrento?
«Anche. Mesi fa un gruppo di imprenditori mi ha invitato a fare questo passo. Ho declinato l’invito».
Perché?
«Innanzitutto non sono di Sorrento. Poi la città vanta un amministratore come Giuseppe Cuomo, un sindaco peraltro riconfermato al termine del suo primo mandato. E poi penso che ci sono altri possibili profili di candidati all’altezza della situazione. Io ho altre preminenze».
Cioè Comunali, Politiche e forse Regionali?
«Sant’Agnello prima di tutto».