A Benevento è alla ricerca del miracolo di una salvezza tanto improbabile da suscitare l’auspicio di quanti danno al calcio il valore di gioco e alle sue imprese l’alone di romantica narrazione.
Roberto De Zerbi, oggi promettente allenatore, è stato un buon giocatore con una carriera forse al di sotto delle sue reali potenzialità. Si era messo in luce nelle giovanili del Milan. Le squadre primavera però, se non sei un vero talento, finiscono col creare illusioni che si spengono in lunghe, e spesso ingloriose, esperienze nelle serie minori. Nel suo score ci sono Padova, Como, Avellino e Lecco. Nel 2002/3 Pasquale Marino lo sceglie per il suo Foggia. 56 partite e 18 gol in tre memorabili stagioni, culminate, il secondo anno, con la promozione in C1. Marino lo porta con se prima ad Arezzo e poi a Catania. La promozione in serie A è la conseguenza di un gioco che si sviluppa con geometrie precise che hanno proprio in De Zerbi il faro. E’ dai tempi di Foggia che il suo soprannome è “Luce” a testimonianza della sua visione di gioco.
Nel 2006 passa al Napoli dove gioca con continuità, contribuendo alla conquista di una promozione che riporta gli Azzurri nel grande calcio. La stagione successiva resta ai margini della prima squadra. L’annata seguente comincia un estenuante peregrinare tra Brescia, Avellino e Ancona. Ogni ritorno in azzurro è solo una tappa per una ripartenza.
A febbraio del 2010 passa ai rumeni del Cluj, con i quali conquista Campionato e Coppa di Romania. Esordio anche in Champions League. Gioca comunque poco.
Da allenatore torna a Foggia con alterna fortuna. Zamparini lo chiama a Palermo ma ha vita breve.
La chiamata del Benevento è una scommessa ad alto rischio, di quelle che possono darti solo prestigio.
Roberto De Zerbi è stato un buon giocatore, che in serie B e C si è tolto qualche soddisfazione.
Nella storia del Napoli il suo nome è scritto tra i protagonisti dell’ultima promozione in serie A.
Da quel punto in poi, il Napoli di De Laurentis, si è posto obiettivi più ambiziosi e per Roberto non c’è più stato spazio.