Torre del Greco. Quattro assi calati sul tavolo. Qualche bluff per sondare le reazioni degli avversari e un rilancio per provare a spiazzare tutti. Con un jolly tenuto segretamente in una manica, in attesa di essere giocato al momento «giusto». Non è la ricostruzione di una sfida tra amanti del poker – un gioco particolarmente caro a decine di politici di Torre del Greco – bensì l’attuale «fotografia» delle trattative in corso all’interno del centrodestra.
I quattro assi in campo
Dalla nuova riunione organizzata dalla maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni del 2014 – a cui si è aggiunto Alfonso Ascione, l’ex leader del «vero» centrosinistra – sono finalmente usciti i primi nomi da affiancare a Romina Stilo, l’ex first lady di palazzo Baronale sostenuta in tandem dal sindaco uscente Ciro Borriello e dal «signore delle politiche sociali» Donato Capone. Una candidaura promossa già a partire da settembre del 2017 e ufficializzata – alla vigilia dell’incontro presso la sede di via Guglielmo Marconi – in un lungo post su Facebook, finito al centro di una lunga e stucchevole discussione e capace di convincere i restanti componenti del centrodestra a scoprire finalmente le proprie carte. Così prima il gruppo di riferimento dell’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio e poi i vertici locali di Fratelli d’Italia si sono decisi a rompere gli indugi: al tavolo con gli alleati, l’ex capo dell’assise ha ribadito – come già annunciato a Metropolis Quotidiano – la volontà di puntare tutto su Antonio Spierto, in passato sempre fedele e allineato ai valori del centrodestra. Alle carte scoperte già prima della nuova «mano» al tavolo, si sono aggiunti i due assi proposti dal partito di Giorgia Meloni:
«Le nostre scelte per la candidatura a sindaco sono Alessandra Tabernacolo e Salvatore Quirino – le indicazioni dei rappresentanti locali di Fdi – Siamo, tuttavia, disponibili a valutare ulteriori candidature per salvaguardare i principi di unità e di condivisione della coalizione. Naturalmente gli aspiranti alla fascia tricolore dovranno avere le caratteristiche dei nostri candidati: figure politiche con consenso elettorale». Insomma, un ulteriori bastone tra le ruote al «progetto rosa» legato a Romina Stilo.
L’ex leader del centrosinistra
Pragmatica la posizione assunta da Alfonso Ascione, capo della lista civica «Insieme per la Città» fino a oggi – sia nel 2012 sia nel 2014 – schierata sempre con il centrosinistra. Il politico di Santa Maria la Bruna ha aperto alla possibilità di valutare nomi provenienti dalla società civile: «Siamo per la condivisione del candidato – i concetti espressi da Alfonso Ascione – Va bene una figura politica, ma se non si dovesse trovare un accordo sul nome si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di un candidato della società civile».
Il «baro» del tavolo
Nuovamente presente «in maniera esplorativa» l’ex consigliere comunale Ciro Piccirillo in rappresentanza di tre liste civiche: La Svolta, Terra Mia e Momento di Cambiare. Il «coccodrillo» di palazzo Baronale – noto per i frequenti cambi di pensiero e direzione, in linea con il nome del suo movimento – ha tenuto nascosto ai presenti il nome da «presentare alla compagine più affidabile» ma non ha nascosto il proprio apprezzamento per tre dei quattro assi calati su tavolo: Antonio Spierto, Alessandra Tabernacolo e Salvatore Quirino. L’ennesima conferma – qualora fosse necessario – della guerra aperta a Romina Stilo e ai suoi sostenitori.
L’incognita Forza Italia
In un quadro così aperto al dialogo e al confronto – sebbene non primo di bluff – a venire meno sono stati proprio i rappresentanti di Forza Italia, pronti a chiedere un’ulteriore settimana di tempo per comunicare i propri nomi. Al momento, in pole position resta l’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele. Ma la portavoce locale dei berluscones Cinzia Mirabella vorrebbe provare a individuare una soluzione in grado di mettere d’accordo tutti, rafforzando il fronte anti-Borriello.
Il jolly Palomba
La settimana di riflessione è legata a doppio filo all’ipotesi del jolly Giovanni Palomba. Il mobiliere alla guida del terzo polo – ex coordinatore cittadino degli azzurri, prima della rottura su Ciro Borriello – sarebbe in rotta di collisione con il Pd e potrebbe rappresentare la soluzione «ideale» per chi sogna la discontinuità politica all’ombra del Vesuvio.