Subito dopo l’incidente e quel rumore sordo, triste presagio di morte, in strada si riversa un intero rione. C’è chi cerca di capire cosa sia accaduto nel Parco Ambrosio e chi esce fuori da quel palazzo signorile rosa salmone. «E’ morto un ragazzo, è morto un ragazzo». Grida una signora, visibilmente spaventata per quanto accaduto nel vano ascensore del palazzo. In strada decine di persone, un signore avverte le forze dell’ordine.
Sul posto arrivano i vigili del fuoco, i medici del pronto soccorso e una volante del commissariato di polizia di San Giuseppe Vesuviano.
Dalla disperazione al silenzio è un attimo. Non appena i sanitari del 118 e i caschi rossi fanno irruzione nella struttura cala il silenzio. Il quartiere attende in silenzio l’esito delle operazioni. Ma dopo mezz’ora nessuno viene fuori da quel budello oscuro, escono fuori soltanto gli uomini in divisa che fanno allontanare la folla di curiosi. «Non c’è nulla da vedere». La gente viene fatta allontanare, con il passare del tempo la sensazione che quel ragazzo possa essere morto si fa spazio. L’ambulanza va via, vuota. I medici allargano le braccia. Non c’è nulla da fare, Vincenzo Stassi non ce l’ha fatta, schiacciato dall’ascensore mentre stava lavorando.