Parte ufficialmente questa mattina la riscossione della tassa di soggiorno secondo le modalità già illustrate nell’incontro tra gli operatori e l’azienda che gestisce il software di monitoraggio sulle strutture ricettive. E’ quanto stabilito ieri in consiglio comunale dall’amministrazione targata Pietro Amitrano tra le polemiche dell’opposizione. Apportate alcune modifiche al regolamento, tra cui la tempistica circa l’introduzione dell’imposta di scopo, votata dai nove consiglieri di maggioranza presenti, è stato deciso che entrerà in vigore da oggi. Una decisione che ha scatenato aspre critiche tra i banchi della minoranza. In primis dal consigliere Alfonso Conforti, che ha chiamato in causa il segretario generale Monica Siani e il presidente della terza commissione, Salvatore Perillo. «Vorremmo capire cosa significa dire che partirà domani (oggi, ndr). Per noi è già entrata in vigore il primo gennaio, anche perché lo scorso dicembre abbiamo votato l’immediata eseguibilità. Dove finiranno i soldi eventualmente incassati da gennaio? Adesso come funzionerà? C’è un’enorme confusione. Di sicuro, qualcosa è stato sbagliato. Andavano prima incontrati gli operatori e poi andava votata la delibera», spiega. «Inoltre, non riusciamo a comprendere il motivo per il quale s’è deciso di modificare un regolamento che era stato approvato all’unanimità. Perlopiù, la giunta ha modificato le tariffe che erano state definite tra commissioni e consiglio comunale. E ci sembra assurdo che B&b paghino come gli alberghi a tre stelle. Ci sembra strano anche che non ci sia una relazione istruttoria nel documento». A fornire delucidazioni il segretario generale che ha precisato come l’amministrazione si sia «posta il problema subito. Di fatto, dal primo gennaio non c’era la possibilità materiale per l’applicazione. Le stesse strutture ricettive, complici anche le vacanze natalizie, non sono state adeguatamente informate. Le tariffe sono state approvate tra Natale e Capodanno; mentre a gennaio c’è stata la presentazione del software. Adesso s’è deciso di fare uso di una direttiva che concede una differenza di sessanta giorni. Ecco perché si parte solo ora. E’ chiaro che se la tassa è stata riscossa ma non versata potrebbero configurarsi ipotesi di reato. Chiederemo agli operatori un’attestazione che confermi che non sia stata incassata».
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