«Albergo chiuso». Due parole in stampatello ben visibili su un foglio esposto sul portone d’ingresso sono l’emblema della desolazione che avvolge l’Hotel Stabia, storica struttura ricettiva sul lungomare che da due giorni ha chiuso i battenti. Una fioriera funge da barriera davanti ai pochi scalini che consentono l’accesso all’hotel, mentre tanti curiosi transitano nei pressi del portone per sbirciare attraverso il vetro e capire cosa si nasconde dietro al barlume di luce che si intravede dall’interno. Il portone è chiuso a chiave e un’unica sagoma si muove nel salone che solitamente ospita congressi e convegni di politica e cultura. Si tratta di un impiegato al servizio di portineria, che lascia intendere che l’accesso all’albergo è inibito, indicando il foglio esposto all’esterno. Tre fredde righe, otto gelide parole: «Sottoposto a vigilanza su autorizzazione dell’autorità giudiziaria». Una sola persona in un albergo che ogni giorno era affollato da centinaia di ospiti e pullulava di dipendenti dediti all’accoglienza, alla pulizia e alla ristorazione. Trenta lavoratori che di punto in bianco si ritrovano senza un’occupazione e sono ora costretti a cercare alternative per sbarcare il lunario. Bocche cucite, intanto, all’interno della società che gestiva l’hotel, la Turinvest srl della famiglia Di Somma. Un debito da 700mila euro per affitti arretrati, una cifra ingente ma non insormontabile per la struttura ricettiva più grande dell’intera città, rinomata non solo per la sua lunga storia e la capacità di fondere classico e moderno, ma anche e soprattutto per la sua posizione, a due passi dal mare con vista sul Vesuvio e sul golfo di Napoli.
Turisti in fumo
Bastava varcare la soglia dell’Hotel Stabia per ritrovarsi in un istante nel cuore della movida stabiese, a due passi dalle vie dello shopping e dalla villa comunale. Un valido motivo per indurre i turisti a prenotare con mesi di anticipo una camera singola o doppia per pernottamenti che arrivavano persino ad intere settimane. Prenotazioni cancellate con un colpo di spugna, al punto che persino sui portali come
Booking non risultano più camere disponibili, segnale evidente di quanto rapida sia stata la sparizione dell’Hotel Stabia dall’orbita delle strutture ricettive del territorio. Un albergo che annoverava circa10mila presenze all’anno con 94 camere disponibili, 180 posti letto e 30 dipendentiattivi anche nell’accoglienza per convegni, conferenze e cerimonie, in sala o in terrazza. Per non parlare del piano bar, della sala giochi e del solarium, che rendevano ancor più appetibile una struttura ottocentesca che dal 1876, anno della sua fondazione, si è rinnovata fino a diventare uno dei principali punti di riferimento del territorio.
Il fallimento
Tutto cancellato. I sigilli apposti su disposizione del giudice di Torre Annunziata Massimo Palescandolo e del curatore Giuseppina Acampora hanno decretato il fallimento della Turinvest srl, la società della famiglia Di Somma che gestiva l’Hotel. E intanto l’albergo resta chiuso finché non sarà individuato un nuovo gestore che abbia intenzione di rilevare la struttura e riportarla agli splendori di cui godeva soltanto fino a 48 ore fa.