Due ergastoli confermati e tre condanne per quasi mezzo secolo di carcere. Si chiude cosiÌ – con il verdetto firmato ieri pomeriggio dai giudici del Tribunale di Napoli – una delle pagine piuÌ nere della storia di Castellammare di Stabia. I giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello – confermando in parte le condanne annullate dalla Cassazione qualche mese fa – hanno inflitto pene pesanti per boss e sicari ritenuti protagonisti della feroce guerra tra il clan D’Alessandro e gli Omobono-Scarpa, l’organizzazione criminale che avrebbe tentato – nel 2004 – di spodestare i ras di Scanzano con omicidi e raid armati. Il processo riguarda, in particolare, due delitti. Due agguati “eccellenti” che – nel giro di pochi mesi – costarono la vita a Giuseppe Verdoliva, alias Peppe l’autista, ritenuto braccio destro del super boss Michele D’Alessandro, e ad Antonio Martone, cognato del padrino di Scanzano. Delitti commessi, a Castellammare di Stabia, tra giugno e settembre del 2004.
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