Pompei – Si chiama Jridi Othman. Ai giudici dice di avere 18 anni, ma per la banca dati della Questura ne ha 22. E’ un immigrato clandestino su cui pende un decreto di espulsione dall’Italia. Ma nonostante ciò racconta di vivere da mesi a San Giuseppe Vesuviano, dove tira avanti facendo il «giardiniere».
Ecco chi è l’uomo che lunedì pomeriggio ha fatto irruzione, a bordo di un’auto rubata, in piazza Bartolo Longo, a Pompei. Una folle corsa contromano prima dello slalom tra le fioriere davanti al sagrato del santuario. E’ lui, quel ragazzo con i capelli crespi e lo sguardo perso nel vuoto seduto in un’aula di tribunale, l’uomo che ha fatto calare sulla città mariana per la prima volta – l’ombra inquietante del terrorismo. Un’ombra che si è sollevata sulle grida disperate dei pochi passanti che hanno assistito all’incredibile scena. Immagini che hanno ricordato, per un attimo, gli attentati a Barcellona e Nizza. In una città come Pompei – obiettivo ritenuto “sensibile” dall’antiterrorismo – basta anche una piccola scintilla per accendere la miccia della paura.
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