Pompei – Da una parte centinaia di turisti che attendono di fare ingresso negli Scavi, dall’altra un gruppetto di quaranta lavoratori che urla «vergogna e rispetto». Nel mezzo una serie di diritti mai riconosciuti in due anni. Sono ormai stanchi i dipendenti che lavorano negli Scavi di Pompei tra attività di giardinaggio e di pulizia. I loro contratti vengono rinnovati di mese in mese, di proroga in proroga, una situazione che definiscono «ingiustificabile». Ci sono tutti all’esterno di Porta Marina Inferiore: uomini e donne di ogni fascia d’età che vivono tra Pompei, Boscoreale, Boscotrecase, Torre Annunziata, Trecase e Gragnano. Chiedono maggiori garanzie. «Abbiamo figli e famiglie – dicono – che Pasqua ci garantiranno?», protestano mentre i turisti attendono all’ufficio biglietteria per ottenere il pass d’ingresso. «Guardate quanti visitatori ogni giorno arrivano agli Scavi. Eppure, siamo pochissimi dipendenti e quotidianamente andiamo in affanno per assicurare un servizio qualitativo».
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