Pompei – Un fax di appena tre righe a firma di Auchan Retail Italia annuncia la chiusura dell’ipermercato di via Argine, zona orientale di Napoli. L’oggetto recita: «Raggiunto l’accordo preliminare per affittare il ramo d’azienda alimentare a un noto imprenditore locale». E il caos scoppia persino in provincia tra Pompei, Nola, Mugnano e Giugliano. Sono 700 i dipendenti che si ritrovano da un giorno all’altro col fiato sospeso. La paura di finire in mezzo a una strada è forte. «Che dire, è un bel regalo di Pasqua», pronunciano ironicamente gli operai napoletani ironicamente mentre proclamano lo sciopero ad oltranza. «Non ci muoviamo da qui fino a quando qualcuno non ci darà ascolto, aspettiamo un incontro con i vertici dell’azienda che ha sede a Milano. Devono spiegarci perché s’è deciso di procedere in questo modo». Federica, tra i volti più giovani dei dipendenti, è incredula: «Sapevamo che la situazione fosse delicata, d’altronde eravamo in regime di solidarietà – svela – ma ci aspettavamo un altro tipo di atteggiamento. Non si può pensare di inviare un fax e farci credere che nulla cambierà. Abbiamo saputo che ci saranno inevitabilmente dei tagli. O al massimo saremo trasferiti al Nord con uno stipendio part time di appena 700 euro, per noi rappresenterebbe un suicidio. La stessa situazione toccherà anche agli ipermercati Auchan che hanno sede nei comuni limitrofi». Tra questi c’è quello di Pompei i cui dipendenti, unitamente a quelli di Mugnano e Nola, seguono con particolare timore l’evolversi della situazione, visto che la stessa sorte potrebbe toccare anche a loro.
Il caso Pompei
Da Catania a Napoli, da Ponticelli a Pompei, passando per Nola, Mugnano e Giugliano, ora l’incubo chiusura travolge oltre 700 dipendenti.
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