Torre del Greco. Le ferie di Pasqua sono alle spalle, ma è sempre «festa» in casa Pd. L’aria di resurrezione non sembra neanche sfiorare la sede di via Circumvallazione, dove prosegue la caccia a un nome in grado di rappresentare il centrosinistra della città del corallo alle prossime elezioni del 10 giugno. Una caccia diventata, in realtà, una corsa a eliminazione vista la scarsa partecipazione alla «chiamata alle armi» del segretario cittadino Massimo Meo. Dopo il «no, grazie» del consigliere regionale Loredana Raia e dell’ex vicepresidente dell’assise Vittorio Cuciniello – i primi nomi indicati dal direttivo cittadino per provare a strappare al centrodestra la guida di palazzo Baronale – la questione-sindaco, infatti, sembra essere diventata una vicenda per pochi intimi.
Il direttivo flop Non si spiega altrimenti lo scarso interesse prestato alla prima riunione post-Pasqua, inizialmente indicata come la riunione fondamentale per presentare al tavolo del centrosinistra un’alternativa alle candidature di Nello Formisano e Giovanni Palomba. A Clelia Gorga – la renziana doc non ha mai partecipato ai recenti incontri organizzati in via Circumvallazione – si sono, infatti, aggiunti i mal di pancia mascherati da impegni lavorativi di vari esponenti del direttivo cittadino. Così già intorno alle 12 sul gruppo what’s app del Pd di Torre del Greco sono cominciate le schermaglie dell’ennesimo flop: la prima a comunicare l’impossibilità a partecipare alla seduta del direttivo cittadino è stata Marina Miranda, esponente del gruppo dei Casillos. «Stasera sarò assente a meno che dopo le 21, quando finisco di lavorare, non siate ancora in sede», il messaggio inviato dalla giornalista con la passione per la politica. Un messaggio capace di dare il via – a dispetto dell’invito alla puntualità immediatamente raccomandato da Giovanna Sorrentino e salutato con un barlume di speranza dall’avvocato Andrea Di Lecce, fedelissimo del «semprecandidato» Luigi Mennella – alla sfilza di defezioni. A partire dall’avvocato Silvio Ciniglio per finire a Jenny Di Matteo, entrambi impossibilitati per ragioni lavorative a raggiungere la «casa» del Pd prima delle 21. Al contrario, invece, Ilaria Esposito – ex segretaria cittadina dei Gd – e Rino D’Alesio hanno comunicato l’esigenza di andare via per le 21 per imprecisati ulteriori impegni.
L’ex Dc gongola Insomma, a 40 giorni dalla presentazione delle liste la guerra all’interno del Pd non conosce tregua. Una circostanza capace di rafforzare la posizione di Giovanni Palomba, il figlioccio della Democrazia Cristiana già uscito allo scoperto e capace di aggregare tutti gli scontenti dell’ex sindaco Ciro Borriello. Con il passare dei giorni, infatti, diminuiscono le possibilità del Pd di individuare un nome da presentare «alla pari» al tavolo a cui Giovanni Palomba & co. si sono seduti per provare a mettere in piedi un carrozzone in grado di puntare dritto al ballottaggio. Perché l’ipotesi dell’inciucio con Pd e Forza Italia – fino alla scorsa settimana vista come impossibile – potrebbe a breve, complice la grande fuga dei democrat dal direttivo cittadino, diventare realtà.