Nessuna tregua per la variante Garofalo che, inevitabilmente, ricade nelle contestazioni degli ex sindaci Franco Zagaroli e Michele Serrapica.
Una serie di osservazioni e un botta e risposta, a colpi di leggi e regolamenti, erano stati intavolati dal duo di ex amministratori e dall’attuale assessore all’Urbanistica Alberto Vitale. Una questione che aveva decretato, a un certo punto, la rinuncia del parere preventivo da parte del rappresentante del pastificio Garofalo che, per spegnere i riflettori, aveva ritirato l’intera documentazione fornita al Comune. Da qui una lunga pausa prima dell’ultima decisione, partita poi dall’amministrazione Cimmino, di andare avanti e inviare gli atti per l’ampliamento dello stabilimento di via dei Pastai direttamente alla Città Metropolitana. Questo per richiederne il parere “visto la mancanza di osservazioni pervenute al Comune”. Ma di osservazioni, in effetti, ne hanno eccome il presidente dell’ex Provincia Franco Zagaroli e l’ex sindaco Michele Serrapica: «Siamo stati definiti “mestatori” per aver fornito opposizioni al progetto della variante Garofalo e del relativo accordo di programma. Ma è la cosa meno sconvolgente se paragonata al vero colpo di scena riservato dal Comune. Dopo aver presentato il ricorso contro tale proposta pensavamo, a questo punto ingenuamente, di aver convinto persino il richiedente Garofalo alla rinuncia di realizzare un deposito di 34 metri di altezza, in un sito di alto valore paesaggistico definito dai Decreti Galasso e peraltro da finanziare con le risorse dei contribuenti italiani. Invece, in barba a tutto, siamo venuti a conoscenza della pubblicazione della delibera di consiglio comunale del 30 marzo 2018 avente oggetto “Variante al Pgr predisposta in esecuzione dell’accordo di programma sottoscritto in data 17 ottobre 2017 tra il Comune di Gragnano e il pastificio Garofalo – Presa d’atto della mancata presentazione di osservazioni”. A questo punto ci si sente smarriti e sconcertati. Ci sembra di assistere a un teatrino con sorprese ed effetti speciali. Si resta basiti al pari del militare giapponese Hiroo Onoda, passato alla storia perché dopo quasi 30 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nella giungla filippina, venne arrestato perché si rifiutava di credere che il conflitto fosse terminato!». E proprio come due guerrieri gli ex amministratori sono decisi a lottare, a colpi di denunce, per bloccare quella che definiscono “una variante fuorilegge”. Esposti corposi, corredati da allegati e planimetrie, inviati alla Procura oplontina, all’Anac e alla Città metropolitana. Un secondo giro di segnalazione avente a oggetto l’ampliamento del pastificio Garofalo e l’accordo di programma, attualmente in visione proprio dell’ex Provincia. «All’assessore, che stimiamo in qualità di avvocato, volevamo però ribadire che l’urbanistica è una materia particolare e, se non si colgono alcune questioni strutturali, diventa difficile esercitarla – consigliano Zagaroli- Serrapica – La risposta al parere a cui ha fatto riferimento l’assessore Vitale, è la prova della sua interpretazione sbagliata e la riprova che tutto ciò che sta mettendo in essere, inspiegabilmente, per la realizzazione dell’ampliamento Garofalo non è conforme alle norme. E che sia illegittimo non lo diciamo noi “mestatori” ma lo hanno ribadito i funzionari dello Stato ad alti livelli, quali i responsabili del patrimonio culturale e paesaggistico dell’ex Provincia, con un chiarissimo parere negativo formulato su tale iniziativa. Circa la dichiarazione di conformità del Put non era necessario citare il parere, bastava riferirsi all’art. 5 della legge regionale 35/87 nel quale è contenuta la delega al sindaco di verificare al Put anche degli interventi ricadenti all’interno della zona territoriale 7. Il legislatore chiarisce che gli interventi in tale zona possono avvenire solo per i Comuni “dotati di strumento urbanistico generale”, che hanno i Pgr adeguati al Put o al Puc. Gragnano non ha nessuno dei due».