Torre del Greco. Dentro o fuori. In coalizione oppure ognuno per la sua strada. A tre giorni dalla presentazione delle liste – la scadenza è fissata per le 12 di sabato – scocca l’ora della resa dei conti nel centrosinistra. Neanche il giro di consultazioni organizzato nel fine settimana è bastato a trovare il «nome di superamento» in grado di mettere d’accordo il Pd – a oggi in campo con la proposta di Lorenzo Porzio, ex vicesindaco ai tempi di Gennaro Malinconico – e l’ex senatore Nello Formisano, sceso in campo già a marzo alla guida di tre liste civiche. La settimana finale si è aperta, dunque, all’insegna dell’incertezza totale.
I capricci del senatore
Eppure, la soluzione in grado di mettere tutti d’accordo sembrava a portata di mano. Al termine di una lunga ricerca, il «piccolo Mattarella» di Torre del Greco – al secolo Massimo Meo, segretario cittadino del Pd – era riuscito a individuare in Gennaro Torrese, il presidente dell’ordine degli avvocati del foro di Torre Annunziata, il potenziale leader della coalizione: un nome di prestigio, davanti a cui neanche i fedelissimi del consigliere regionale Mario Casillo – capitanati all’ombra del Vesuvio proprio da due avvocati, Luigi Mennella e Clelia Gorga – avrebbero potuto dire no. Ma i guai sono cominciati al momento del dialogo con il pluri-onorevole di via Martiri d’Africa, decisamente contrariato dall’idea di lasciare spazio e campo al promotore della lista Nova Civitas in cui – insieme alla stessa Clelia Gorga – erano stati candidati per un posto in consiglio comunale l’avvocato Luisa Liguori e l’avvocato Raffaele Russo, oggi in squadra proprio con Nello Formisano e il suo delfino Domenico Maida. Dopo avere respinto il «nome di superamento» proposto dal Pd, l’ex senatore ha «armato» la mano dei suoi soldati: la «riflessione» pubblicata sul blog personale di un baby candidato a uno scranno in consiglio comunale e rilanciata attraverso i social ha infiammato la discussione all’interno del centrosinistra, convincendo Gennaro Torrese a battere elegantemente in ritirata.
La scissione dell’atomo
La dura presa di posizione di Nello Formisano è riuscita a destabilizzare perfino gli storici equilibri interni alla Sinistra. All’indomani dello scontro, Anita Sala – fino a oggi fedelissima dell’ex senatore nonché responsabile locale di Liberi e Uguali – non ha esitato a schierarsi dalla parte del Pd, invitato «a trovare un candidato sindaco unitario in grado di tenere compatta l’intera coalizione di centrosinistra». Un chiaro messaggio all’ex padrino politico, lanciato a due mesi dallo schiaffo con cui proprio Leu tenne fuori Nello Formisano dalla corsa al Senato. Insomma, la tensione è alle stelle e restano solo poche ore per provare a ricucire lo strappo.
Il tridente del centrodestra
Delineato, invece, il quadro all’interno del centrodestra. Dopo un week-end particolarmente turbolento, Forza Italia & co. hanno confermato la leadership – inizialmente messa in discussione da Fratelli d’Italia e Partito Repubblicano – di Luigi Mele: l’ex assessore ai lavori pubblici sarà sostenuto dai berluscones e dai riferimenti locali del partito di Giorgia Meloni – in primis, Salvatore Quirino e Francesco Sorrentino, marito dell’ex capo di gabinetto Alessandra Tabernacolo – nonché da due liste civiche. Un raggruppamento da cui hanno preso, alla fine, le distanze gli esponenti del partito Repubblicano: «Al termine di un’attenta riflessione – la decisione di Salvatore Piro, vicesegretario nazionale del Pri – abbiamo deciso di puntare sulla netta discontinuità rispetto alla passata amministrazione comunale e sostenere il progetto politico di Giovanni Palomba». Il nome di Luigi Mele si aggiunge alle candidatura a sindaco di Romina Stilo – l’ex vicesindaco sostenuta da Ciro Borriello e Donato Capone – e Valerio Ciavolino, l’erede dell’indimenticato Mario Auricchio in campo con cinque liste civiche.