Antonino Di Lorenzo, alias “o’ lignammone” e Ciro Gargiulo, “Ciruzzo ‘o biondo”, sono due nomi che tra Casola, Lettere e il circondario stabiese e dei monti Lattari sono legati indissolubilmente a un solo tipo di affare illecito. Quello legato alla coltivazione in quantità industriali di canapa indiana. Fiumi di marijuana tradizionalmente coltivata nel loro “regno”: vale a dire i punti più impervi delle montagne che sovrastano Casola, Lettere e Gragnano. Quei Lattari che negli anni si sono visti affibbiare l’etichetta di “Giamaica italiana”, a causa delle decine e decine di sequestri puntualmente eseguiti dalle forze dell’ordine ogni estate, nella stagione del “raccolto” per i narcos-agricoltori. Una goccia nel mare, comunque, visto che il business è andato avanti lo stesso, soprattutto a causa della difficoltà di acciuffare con le mani nel sacco i responsabili. Le poche volte in cui le inchieste sono riuscite a risalire ai responsabili, immancabilmente, i due nomi che spuntavano fuori erano quelli di Di Lorenzo e Gargiulo
Monti Lattari
9 maggio 2018
Monti Lattari. Le nuove rotte dei narcos Di Lorenzo e Gargiulo