Erano almeno due i sicari che facevano parte del commando di morte che mise a segno, il 3 maggio scorso, l’agguato che costò la vita a Filippo Sabatino, il 33enne ucciso a colpi di fucile in via Gesinella.
I fucili, appunto. I rilievi balistici eseguiti dal reparto investigativo scientifico dei carabinieri, che conducono le indagini coordinate dalla Dda di Napoli, hanno reso possibile accertare che furono almeno due le armi usate nel raid di morte. Di due calibri diversi, infatti, i pallettoni estratti e recuperati nel corso dell’autopsia eseguita sul corpo della vittima: prova inconfutabile che a sparare furono due armi dello stesso tipo, ma distinte. Non solo. Che sul luogo del delitto fossero presenti due persone oltre alla vittima, è stato accertato dagli investigatori anche grazie ad un altro dettaglio. Le impronte lasciate dalle scarpe dei sicari sul posto.
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