L’assalto all’esterno della piscina Quattroventi è al vaglio dei carabinieri della stazione capoluogo, a caccia di indizi utili a restringere il cerchio intorno agli aggressori e a individuare il movente dell’agguato. La prima ipotesi formulata dagli investigatori chiamati a fare luce sul caso è stata la reazione a un tentata rapina: i due gemelli si sarebbero rifiutati di consegnare il portafogli agli aguzzini, trovando come risposta le lame. Una prima versione, intorno a cui ci sarebbero diversi coni d’ombra. Anche perché una seconda ricostruzione si fa largo tra le incertezze: secondo il racconto di alcuni testimoni oculari e di alcuni amici dei due gemelli, sembrerebbe che non si sia trattato di una rapina, bensì di uno scontro tra bande rivali. Ma risalire con precisione ai fatti è difficile per gli investigatori, davanti al muro di «omertà» eretto dagli amici delle vittime, evidentemente impauriti dall’episodio. Ma si fa sempre più largo l’ipotesi di una rissa scoppiata all’esterno della piscina, dove alcuni ragazzi presumibilmente di Ercolano e appunto di Barra avrebbero avuto un acceso diverbio con tanto di insulti e minacce. Poi dalle parole si sarebbe rapidamente passati ai fatti: qualcuno della banda avrebbe estratto un coltello e senza esitare lo avrebbe usato per infliggere fendenti ai gemelli, alla gamba e al torace. Poi una volta capito che la situazione era diventata «bollente» velocemente si sono dileguati.
Ragazzi accoltellati dopo la piscina, ipotesi guerra tra bande