«Signor giudice perdonatemi. E’ stato un tragico errore. Quel ragazzo non c’entrava niente. Quando mi sono reso conto che avevamo sparato alla persona sbagliata era troppo tardi». Si ferma il tempo nell’aula della Corte d’Assise d’Appello del tribunale di Napoli, quando a parlare è Antonio Scognamiglio. Il pregiudicato di Torre del Greco confessa e chiede perdono 20 anni dopo quel folle massacro in via Litoranea. Fu lui uno dei killer che nel settembre del 1998 uccisero Vincenzo Cardone, un giovane fabbro che con la camorra non aveva mai avuto nulla a che fare. Ucciso per un terrificante errore di persona, come emerso dall’inchiesta dell’Antimafia che qualche anno fa ha portato all’arresto di killer e mandanti. Al suo posto doveva morire un uomo del clan Chierchia che era finito sulla lista nera di Sebastiano Tutti, boss che qualche anno dopo diventerà il capo degli scissionisti del rione Sangennarello.
CRONACA
7 luglio 2018
Torre del Greco. L’omicidio di un innocente, ora il killer chiede perdono