C’era una condanna a morte sulla testa di Sergio Mosca, suocero di Pasquale D’Alessandro e figura di punta della cosca di Scanzano. Una sentenza firmata dal tribunale della camorra e sottoscritta dai boss Massimo Scarpa e Michele Omobono. Il parente del padrino di Castellammare di Stabia «doveva fare la stessa fine di Antonio Martone e Giuseppe Verdoliva», gli altri due boss massacrati dall’ala dissidente che si contrapponeva agli scanzanesi negli anni della feroce guerra di camorra. Un retroscena inedito e clamoroso emerso tra le pagine di un’altra sentenza. Un verdetto firmato, stavolta, dai giudici dalla Corte d’Appello di Napoli.
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