Il piccolo ma positivo risultato di sospendere (temporaneamente per verifiche sul carteggio) i lavori di costruzione di nuove enormi e inquietanti cisterne di benzina a Torre – in riva al mare del golfo di Napoli e a ridosso di un pezzo di città ai limiti della sopravvivenza umana e civile – va riconosciuto a chi ha scelto “il dovere di schierarsi” contro una diffusa e prolungata pratica di “indifferenza”, manifestata con arroganza in politiche e comportamenti, individuali e associativi.La scelta è stata fatta da Metropolis. In un appassionato editoriale, il direttore Raffaele Schettino spiegò perchè si poneva “in marcia con il popolo di Torre” nel giorno del corteo che attraversò la città per dire, a caratteri cubitali, “Stop Cisterne”. Metropolis ha fatto il proprio mestiere: giornalismo di informazione e approfondimento, il più efficace strumento di democrazia e di difesa di primari interessi generali come la tutela dell’ambiente, la difesa del Creato e la lotta a soprusi e ingiustizie. Questo giornale il primo risultato raggiunto ieri in consiglio ha contribuito significativamente a prepararlo. Lo ha fatto fornendo – tra assordanti silenzi, colpevoli omissioni e imperdonabili complicità – le prime corrette informazioni per essere buoni cittadini, informati e consapevoli. A marciare furono circa 500 cittadini, tantissimiper una città cronicamente rassegnata alla sfiducia.Furono derisi e apostrofati in modo delegittimante per qualche isolata esuberanza. Nei fatti, sono stati l’efficiente motore sociale e popolare della svolta a cui è giunto, all’unanimità, il Consiglio. Nel documento che va oltre il contingente, si introducono temi di prospettiva che delineano scenari di mutazione strategica per il futuro della città di Torre Annunziata.Da una prima lettura, il “bene comune” sembra riposizionarsi tra i valori di riferimento per buone e condivise politiche di sviluppo, definite dal professore canadese Derrick de Kerckhove, in uno studio sulla rinascita delle aree urbane degradate, di “felicità urbana”. Ieri forse è stata scritta una pagina importante per il futuro della città, di cui va dato il giusto merito al Sindaco Ascione. Avrà dovuto lavorare non poco per realizzare un’audace virata rispetto alle posizioni di chiusura, del tipo “non possiamo far nulla”, espresse nelle ultime settimane. Ma gli abiti dell’indifferenza sono ancora indossati da tantissimi cittadini,lavoratori, professionisti, imprese e associazioni. E non è un buon segno.
Antonio IRLANDO