Ha combattuto contro la morte aggrappato a un letto d’ospedale per 3 lunghissimi giorni. Ma ieri mattina Dario si è arreso. Ha chiuso gli occhi ed è volato via, lasciando dietro di se una scia di lacrime e rimpianti. Perché a 18 anni non si «può morire», come ripetono sconfitti amici e parenti nel giorno più buio. Quel ragazzo appena maggiorenne con la passione per le moto e per il calcio, si chiamava Dario Piccolo e viveva a Somma Vesuviana. Il suo inferno, quello della sua famiglia, è cominciato nella notte tra venerdì e sabato. Dario è in sella ad uno scooter in via del Cenacolo, nei pressi dello svincolo della Statale 268. Improvvisamente, per motivi ancora da accertare, il motorino si scontra con un’auto. L’impatto è violentissimo. Il ragazzo viene immediatamente soccorso, assieme al suo amico, e trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli di Napoli. Le condizioni sono gravissime. Dario resiste 3 giorni prima di arrendersi tra le braccia dei medici.
Una tragedia capace di sconvolgere una città intera. Ieri mattina, poco dopo la notizia della morte del ragazzo, il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno ha voluto ricordare il 18enne con un lungo messaggio sulla sua pagina Facebook. «La morte di un ragazzo di 18 anni lascia increduli e con la tristezza nel cuore. Conoscevo Dario, amico di mia nipote Miriam, sbarazzino, genuino e sicuramente pieno di valori – le parole di Di Sarno – Cresciuto in una famiglia di lavoratori. Con una vita davanti e tanti progetti da costruire e portare a termine».