Torre del Greco. «Sì, sarò beato tra le donne». Non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione per un riferimento al noto varietà degli anni Novanta il sindaco Giovanni Palomba, sorridendo alle quattro «quote rosa» sedute al suo fianco: l’avvocato Luisa Refuto, l’ingegnere Monica Ascione, la commercialista Annarita Ottaviano e l’avvocato Anna Pizzo. «Abbiamo raggiunto un primo risultato storico – le parole del leader della carovana del buongoverno – Siamo la giunta a maggiore rappresentanza femminile d’Italia». Evidentemente – stretto tra un’emergenza rifiuti senza precedenti all’ombra del Vesuvio e i primi malumori degli alleati – il successore di Ciro Borriello non avrà notato come, a soli 40 chilometri di distanza da Torre del Greco, il suo «collega» Raffaele De Leonardis di Qualiano la scorsa settimana abbia varato una giunta con il 60% di donne. Non l’unica gaffe di una presentazione ufficiale in cui non sono mancati momenti d’imbarazzo, verosimilmente provocati dall’emozione delle quattro debuttanti a palazzo Baronale.
La riffa per il vicesindaco
Prima di entrare in sala giunta, come annunciato, il mobiliere di via monsignore Felice Romano si è riunito con le quattro donne della giunta per raccogliere le disponibilità a ricoprire il ruolo di vicesindaco: l’unica a declinare la proposta è stata l’avvocato Luisa Refuto – indicata da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella – esponente della lista civica Il Cittadino, già «gratificata» con due assessorati e la poltrona da presidente del consiglio comunale destinata a mister 1.400 preferenze Felice Gaglione. I nomi delle restanti tre donne, invece, sono stati scritti su altrettanti fogliettini bianchi per l’estrazione della «fortuna». A essere baciata dalla dea bendata, la commercialista Annarita Ottaviano: il riferimento di Luisa Liguoro e Gaetano Frulio – esponenti della lista civica Ci vuole coraggio, a cui «politicamente» sarebbe spettata la carica di numero due di palazzo Baronale inizialmente promessa a Gennaro Granato – sarà il primo vicesindaco dell’era Giovanni Palomba. Primo e a tempo. Perché – in ossequio all’insolito criterio di scelta per l’importante carica istituzionale – Giovanni Palomba ha proceduto con la seconda e la terza estratta: Monica Ascione e Anna Pizzo, moglie dell’ex consigliere comunale Domenico Sorrentino. Se l’amministrazione comunale dovesse arrivare alla prossima estate, ci sarebbe la prima staffetta. Poi, eventualmente, a luglio 2020 la carica di vicesindaco spetterebbe alla terza estratta.
La vuota sfilata di curriculum
Paradossalmente, la riffa è stato il momento clou del primo appuntamento istituzionale con gli assessori. Pronti solo a sciorinare i propri curriculum professionali – un modo per spostare l’attenzione dalla completa inesperienza in campo politico – e a citare monumenti della storia come Martin Luther King e Gandhi al posto di proporre le prime idee per affrontare la miriade di problemi irrisolti in città. Completate le presentazioni ufficiali, l’esecutivo cittadino si è riunito per l’approvazione dei primi atti tecnici prodromici al consiglio comunale convocato per lunedì prossimo. Una convocazione di ripiego rispetto al 26 luglio inizialmente scelto per il debutto dell’assise, provocata dal mancato avvio in tempo utile delle procedure di rito.